05/06/2023 di Redazione

Tassa degli operatori telco sulle Big Tech, Paesi Ue divisi

Secondo fonti confidenziali, l’Italia è potenzialmente a favore dell’imposta sull’uso delle infrastrutture di rete per Meta, Alphabet, Microsoft, Amazon e altri over-the-top.

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Una tassa per l’uso delle infrastrutture di telecomunicazione, che i colossi del Web over-the-top come Alphabet, Amazon, Apple, Meta, Microsoft e Netflix dovranno pagare agli operatori di rete come Deutsche Telecom, Orange, Telefonica, Telecom Italia e Vodafone: se ne parla da anni, ma ancora l’Unione Europea non ha legiferato in materia.

Gli interessi in gioco sono forti, perché i grandi over-the-top (che spesso sono anche fornitori cloud) portano grandi investimenti dagli Stati Uniti al Vecchio Continente, costruendo data center e dando lavoro a decine di migliaia di persone. D’altro canto i carrier pretendono di essere pagati per l’utilizzo delle proprie infrastrutture, che sono a loro volta il frutto di investimenti, specie destinati all’aggiornamento dal 4G al 5G e alle reti in fibra ottica. Ed è grazie a quelle infrastrutture se Google, Facebook, YouTube, i videogiochi di Xbox, Apple Tv o Netflix possono arrivare ai clienti. D’altra parte da tale utilizzo strumentale, indirettamente, avvantaggia anche le telco stesse, che sui “giga” e sulla velocità di connessione costruiscono il proprio business.

Ora, in un incontro in Lussemburgo alla presenza del  commissario europeo per il mercato interno e i servizi, Thierry Breton, i ministri delle telecomunicazioni di 18 Paesi europei hanno votato sulla proposta di una “tassa” per gli over-the-top: la maggioranza ha detto di no.

A detta di fonti confidenziali di Reuters, durante l’incontro con Breton alcuni ministri hanno rigettato la proposta, altri hanno chiesto di approfondire i pro e contro con uno studio che misuri l’impatto dell’eventuale tassa. Al momento, infatti, non sono state realizzate analisi sugli effetti di un’imposta sull’uso delle reti e sul rischio che gli over-the-top ammortizzino questo nuovo costo riversandolo sui consumatori. In sostanza, il costo degli abbonamenti per i contenuti e servizi digitali potrebbe aumentare.

Tra i contrari all’idea di una tassa ci sono i ministri delle telecomunicazioni di Austria, Belgio, Danimarca, Finlandia, Germania, Irlanda, Lituania, Malta, Paesi Bassi e Repubblica Ceca, a detta delle fonti (d’altra parte alcuni questi Paesi ospitano la maggior parte dei data center europei delle Big Tech statunitensi). Tendenzialmente favorevoli, invece, i rappresentanti di Italia, Francia, Spagna, Grecia, Cipro e Ungheria, mentre non è chiara (per una fonte sono “neutrali”, per un’altra sono a favore) la posizione di Polonia, Portogallo e Romania.

La discussione proseguirà quando, intorno a fine giugno, Breton presenterà un report contenente le richieste degli operatori telco e le considerazioni delle Big Tech e di altri soggetti coinvolti.

 

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