Le unità a stato solido si stanno diffondendo sempre più rapidamente, sia nella fascia consumer sia in quella enterprise, grazie anche alla costante riduzione del prezzo per GB di memoria. Anche l’ambiente dei data center ha iniziato a conoscere le Ssd, preferite ai dischi fissi tradizionali perché capaci di raggiungere velocità di trasferimento dati nettamente superiori. Ma le unità flash sono anche (e sempre) affidabili? A questa domanda ha provato a rispondere uno studio scientifico, condotto dall’Università di Toronto in collaborazione con Google, presentato durante la 14a Usenix Conference on file and storage technologies di Santa Clara. Il paper, elaborato dopo sei anni di analisi su milioni di drive di dieci diversi modelli, sfata senza dubbio alcuni “miti” che si sono costruiti negli anni sulle Ssd, soprattutto sulle unità single-level cell (Slc). Queste, infatti, sono ritenute dall’industria molto più affidabili di quelle di “fascia bassa” multi-level cell (Mlc).
Scavando un po’ più a fondo nel comportamento nei drive, invece che affidarsi a parametri dichiarati dai costruttori come il raw bit error rates (Rber), i ricercatori hanno per esempio scoperto che, dopo sei anni di utilizzo, fino all’80% delle unità presenta almeno un blocco danneggiato, mentre il 2-7% delle Ssd sviluppa almeno un chip corrotto nei primi quattro anni.
“Oltre il 20% dei drive flash presenta errori incorreggibili in un quadriennio […] In confronto, lavori precedenti sugli Hdd riportavano che solo il 3,5% dei dischi, su un campione molto esteso, presentava settori corrotti in un periodo di 32 mesi”, hanno scritto nel documento Raghav Lagisetty e Arif Merchant di Google, insieme a Bianca Schroeder della University of Toronto. “Numeri molto bassi se si considera che il numero di settori in un hard disk è infinitamente maggiore rispetto a quello delle unità a stato solido”.

L’utilizzo di Ssd deve quindi portare le aziende e gli amministratori dei sistemi ad aumentare le frequenze di backup, perché se è vero che queste soluzioni presentano “tassi di sostituzione bassi rispetto ai dischi fissi”, la frequenza di errori non correggibili è molto superiore. In sintesi, quando si verifica il danneggiamento di un blocco si deve sempre sperare che questo non comporti la compromissione irreversibile dei dati memorizzati.
Inoltre, sebbene i drive Mlc presentino un tasso superiore di parametri Rber rispetto alla tecnologia Slc, questo non rende le prime meno affidabili delle seconde. Anzi, come hanno scritto i ricercatori: “Le unità Slc, sviluppate per il mercato enterprise e considerate come prodotti di fascia alta, non sono affatto più affidabili dei drive Mlc di fascia bassa”.