05/07/2017 di Redazione

Usa difendono Apple dall'Europa, ingiusta la multa miliardaria

Secondo indiscrezioni, il governo di Trump è pronto a contestare la sanzione da 13 miliardi di euro, imposta la scorsa estate dall'Ue per compensare i mancati versamenti fiscali in Iralnda.

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Contro i severi controllori dell'Unione Europea, Apple ha un nuovo alleato: il governo di Donald Trump. È l'ennesimo capitolo – al momento, solo un'indiscrezione – nella vicenda iniziata con un'inchiesta su presunte irregolarità fiscali della filiale irlandese della Mela, inchiesta approdata lo scorso agosto a una sentenza di condanna. La Commissione Europea aveva sganciato una multa da 13 miliardi di euro da versare al fisco irlandese per compensare undici anni di mancati versamenti: secondo l'accusa, fra il 2003 e il 2014 Apple avrebbe corrisposto un'aliquota di molto inferiore al 12,5% previsto dalla tassazione nazionale (appena un 1%, poi sceso allo 0,005% alla fine del periodo).

 

E mentre la società di Tim Cook ha sempre negato di aver ricevuto trattamenti preferenziali, nel mese di novembre la stessa agenzia delle entrate irlandese aveva rifiutato il pagamento, facendo addirittura ricorso alla Corte di Giustizia. Esempio seguito a distanza di un mese dalla stessa Apple, con un analogo ricorso in appello in cui si accusava la Commissione Europea di indebite ingerenze nella sovranità nazionale e di errata interpretazione del fisco irlandese.

 

Ora, secondo fonti confidenziali di Reuters, il governo statunitense sarebbe pronto a intervenire a sostegno dell'azienda di Cupertino. Non è chiaro se l'iniziativa sia ancora figlia dell'amministrazione Obama o piuttosto del nuovo corso di Donald Trump: il precedente governo aveva apertamente criticato la decisione della Commissione Europea, mentre quello attuale non si è pronunciato pubblicamente. Ad ogni modo, secondo la fonte, gli “Stati Uniti hanno fatto formale richiesta al Tribunale dell'Unione Europea (una delle due corti della Corte di Giustizia, ndr) per poter intervenire nel caso. Caso che, a detta di un'altra fonte, sarà esaminato dalla Corte di Giustizia non prima della seconda metà del 2018.

 

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