19/02/2024 di redazione

Cloud e virtualizzazione incontrano la cultura

L'Università di Palermo ha adottato le tecnologie di Nutanix e Citrix per ottenere una infrastruttura Virtual Desktop scalabile, performante e sicura.

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Il cloud basato su iperconvergenza e la virtualizzazione possono essere alleati dell’insegnamento e dello studio anche negli alti livelli dell’istruzione, come dimostra il caso dell’Università di Palermo (UniPa). Fondato nel 1806 per volontà Ferdinando III di Borbone, l’ateneo siciliano è non solo tra i più antichi ma anche tra i più grandi in Italia, contando 15 dipartimenti, oltre 40mila studenti iscritti, 1.700 docenti e 1.500 addetti tra personale tecnico e amministrativo.

Con la crescita del numero di studenti e di attività amministrative, negli ultimi anni è emersa la necessità di potenziare l’infrastruttura informatica dell’ateneo, rendendola più performante, scalabile e resiliente. Si voleva ottenere anche un altro scopo: consentire ai docenti di poter accedere alle proprie postazioni di lavoro anche da remoto. L’infrastruttura di Virtual Desktop realizzata ha permesso di soddisfare queste necessità.

Grazie a un finanziamento erogato nel 2022 dall’Autorità Regionale per l’Innovazione Tecnologica, nel novembre dello stesso anno l’università ha aperto la gara per la selezione del partner Ict da coinvolgere. Dopo essersi aggiudicato la gara, Teleconsys ha avviato i lavori a fine anno per arrivare già nel marzo del 2023 alla fase di implementazione. Le tecnologie adottate sono quelle di Citrix e Nutanix. “Abbiamo scelto Citrix e Nutanix perché, oltre a soddisfare tutti i requisiti del bando di gara, proponevano una tecnologia che di fatto era l’unica capace di garantire la totale apertura verso tutti gli hypervisor e gli ambienti di lavoro”, spiega Riccardo Uccello, dirigente dell’area sistemi informativi di UniPA.

Sono stati, quindi, installati due cluster, ciascuno dei quali composto da cinque nodi Nutanix: uno dei due, dedicato prevalentemente alle circa 1.500 utenze amministrative e tecniche, è configurato soprattutto per erogare una grande capacità computazionale; l’altro, destinato agli studenti che svolgono attività nei laboratori dell’ateneo, supporta circa 300 utenti contemporanei e include anche capacità di calcolo grafiche (tramite Gpu) così da essere già pronto per future applicazioni di intelligenza artificiale.

“Il progetto di virtualizzazione è stato realizzato in più fasi”, racconta Pietro Brignola, responsabile dell’area sistemi informativi dell'ateneo. “Nella prima, da marzo a maggio 2023, abbiamo attivato l’infrastruttura con la soluzione Citrix e abbiamo gestito il tema dell’autenticazione. Oggi Citrix, che punta all’active directory, è fruibile senza soluzione di continuità in modalità single-sign-on per tutto l’ecosistema di servizi di UniPa”. In una seconda fase sono state attivate licenze Windows Remote Desktop e a giugno il sistema di identificazione era allineato e performante. La terza fase è stata l’onboarding degli utenti, a cui hanno fatto seguito azioni di formazione sui nuovi strumenti.

“Il deployment delle utenze è stato ultimato nei primi mesi del 2024”, dice Brignola, “e possiamo affermare che, grazie a Nutanix, sono stati raggiunti tutti gli obiettivi in termini di prestazioni, resilienza e scalabilità che ci eravamo prefissati. Tra le altre cose, gli utenti possono accedere in sicurezza all’infrastruttura, senza bisogno di Vpn, da qualsiasi luogo del mondo”. Sicurezza e facilità d’uso sono due dei vantaggi riscontrati: gli utenti possono collegarsi alle proprie macchine virtuali da qualsiasi luogo, con accesso controllato tramite single-sign-on e, all’occorrenza, tramite autenticazione a più fattori. Dopo ogni accesso gli utenti ritrovano i propri dati e le applicazioni alle quali sono abilitati, come se fossero davanti al proprio Pc.

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Un ulteriore risultato è stato ottenuto: grazie all’elasticità e alla caratteristica “aperta” dell’infrastruttura, ora UniPA può operare come fornitore di servizi per enti terzi e altre realtà pubbliche del territorio. “La tecnologia Nutanix”, rimarca Pietro Paolo Corso, delegato ai progetti extraordinari e alle infrastrutture digitali di UniPa, “è stata scelta sia per le sue caratteristiche di eccellenza, in termini di performance e di funzionalità, sia perché è l’unica aperta a tutti gli hypervisor. Una caratteristica che ci consentirà di poterci aprire a collaborazioni con soggetti terzi in un’ottica di servizio per il territorio regionale e non solo”.

Futuri sviluppi sono all’orizzonte. Uno è quello, già citato, dell’utilizzo del cluster dedicato alla didattica per eseguire applicazioni di intelligenza artificiale. L'altro comporta un più ampio lavoro di aggiornamento dell'infrastruttura hardware e dei processi. “Stiamo guardando all infrastruttura iperconvergente non solo come architettura di servizio alla componente Vdi, ma anche come punto di convergenza di tutte le architetture computazionali, che vorremmo fossero orchestrate dalla componente applicativa Nutanix”, prosegue Brignola. “Quindi stiamo valutando la sostituzione di altri apparati legacy, al momento presenti nel vecchio data center, per proseguire nel processo di rinnovamento e apertura verso l’esterno, che oltretutto ci consentirà notevoli economie in termini di gestione e manutenzione”.

Un ultimo obiettivo per il futuro è il potenziamento della resilienza. Già oggi i due cluster di UniPA operano supportandosi a vicenda in caso di malfunzionamenti o di picchi di carico dell’uno o dell’altro. L’Ateneo sta però valutando la possibilità di realizzare un vero e proprio sistema di disaster recovery utilizzando la tecnologia di Nutanix.

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