Nella nuova era dell’intelligenza artificiale è importante pensare ai processi, innanzitutto, prima ancora che a dati e sistemi, perché “l’AI senza PI non è poi così intelligente”. Con questo slogan, in cui PI sta Process Intelligence, Celonis ha accolto i partecipanti all’edizione 2024 dell’evento “Celosphere”, nei padiglioni della fiera di Monaco. Qui, oltre che a New York, l’azienda fondata nel 2011 ha il suo quartiere generale e qui, un anno fa a Celosphere, ha presentato Process Intelligence Graph, una tecnologia che evidenzia la struttura e le interconnessioni tra oggetti, eventi, azioni che accadono all’interno di un’azienda o anche nella supply chain. Una sorta di “tessuto connettivo” (per usare la metafora di Celonis) che mette insieme processi altrimenti separati e di cui sarebbe difficile avere una visione d’insieme, orchestrata.
Quest’anno a “Celosphere” protagonista sul palco, prevedibilmente, è l’intelligenza artificiale, con i suoi pregi e difetti, o meglio con i limiti che Celonis promette di aiutare a superare. Giusto il tempo per il saluti di benvenuto e dal palco Alex Rinke, co-Ceo e cofondatore dell’azienda, ha mostrato sul maxischermo ChatGpt scrivere rapidamente contenuti in risposta a una query: la forma è perfetta ma quei contenuti “non hanno senso, perché a ChatGpt manca il contesto”, ha detto.
Come sottolineato da Rinke, oggi esiste un evidente scarto tra le promesse dell'AI (in particolare quella generativa) e la ancora scarsa efficacia dimostrata dai Large Language Model in termini di risultati concreti nelle aziende. Qui entra in gioco la Process Intelligence, ovvero la conoscenza e consapevolezza, derivate dal process mining, su come funzionino processi aziendali estesi su più sistemi, divisioni, team.
La questione non è banale, per diversi motivi. Il primo è che i processi sono ovunque e potenzialmente tutto è un processo, tuttavia tendiamo ad accorgercene solo quando qualcosa non funziona come dovrebbe e quindi si verificano inefficienze, interruzioni di attività, errori o incidenti. “In passato”, ha proseguito RInke, “i processi erano qualcosa di fisico, tangibile, come nella produzione industriale o nell’agricolutura, era molto facile concettualizzarli e fare modifiche per migliorarli. Ma il mondo è cambiato”. La complessità, l’astrazione e la stratificazione dei processi non hanno fatto che aumentare nel tempo, dall’introduzione degli Erp negli anni Ottanta, ai Crm nel decennio successivo e poi, con il nuovo Millennio, l’IT Service Management. “Il problema è che ogni processo parla la propria lingua, ed è difficile orchestrare tutto”, ha rimarcato il Ceo.
Alex Rinke, co-Ceo e cofondatore di Celonis
Agenti di AI “facili” ed efficaci con AgentC
Uno degli annunci più importanti giunti da Monaco è AgentC, un’offerta che mette insieme strumenti di sviluppo, integrazioni tecnologiche e partnership, grazie a cui le aziende possono dotarsi di agenti AI alimentati dalla Process Intelligence di Celonis, o creandoli autonomamente o utilizzando le soluzioni già preconfigurate dai Independent Software Vendor partner o, ancora, avvalendosi del supporto di un system integrator.
Al debutto, in questa nuova offerta sono già presenti integrazioni con Microsoft Copilot Studio, Ibm watsonx Orchestrate, Amazon Bedrock Agents e ambienti di sviluppo open-source come CrewAI. L’integrazione con Copilot Studio, in particolare, consente di identificare casi d’uso e la causa ultima (root cause) di un problema, creando quindi un agente AI che risulterà accessibile attraverso applicazioni Microsoft come Teams.
In AgentC sono inoltre già disponibili agenti AI preconfigurati da due Isv partner, cioè Rollio e Hypatos, oppure è possibile avvalersi del supporto di Accenture, Ibm Consulting o EY per realizzare una soluzione ad hoc.
Uno sguardo allargato
Ma la Process Intelligence permette anche di allargare lo sguardo, e la conoscenza, oltre il singolo contesto aziendale. Accanto ad AgentC debutta, per ora in beta, Celonis Netowrks: un servizio che permette ad aziende legate tra loro (per esempio un fornitore e un cliente) di avere visibilità sui processi comuni. Per dirla nelle parole di Celonis, si viene a creare “un nuovo livello di trasparenza dei processi condivisi oltre i confini di una singola organizzazione”.
Il caso d’uso più immediato è la gestione della supply chain, degli ordini e degli acquisti, e per queste finalità stanno già testando Celonis Networks tre clienti come Conrad Electronic, Schukat Electronic e TD Synnex.Tutte e tre le aziende già disponevano di una tecnologia Electronic Data Interchange (EDI), ma continuavano a riscontrare problemi con gli ordini, per esempio con i prezzi non aggiornati o le date di consegna. Con Celonis Networks, invece, le tre aziende oggi condividono ogni giorno, in modo automatico e in tempo reale, circa cinquemila aggiornamenti degli ordini (informazioni come lo stato di avanzamento, la data di consegna prevista e dettagli della spedizione).
“Con Celonis Networks, per la prima volta, le aziende possono scambiare informazioni rilevanti per i loro processi condivisi, in tempo quasi reale e su scala”, ha dichiarato Eugenio Cassiano, senior vice president Strategy and Innovation di Celonis. “A differenza delle tradizionali tecnologie di exchange data, come EDI, API ed e-mail, progettate per condividere dati transazionali, Celonis Networks fornisce continuamente nuove informazioni sui processi. Grazie a questa verità condivisa e azionabile, le aziende possono collaborare attivamente per identificare e risolvere le interruzioni dei processi aziendali, ottimizzando le operazioni e riducendo al minimo i rischi”.