Nonostante non manchino fattori di incertezza, dallo scenario geopolitico alle disruption delle supply chain, l’industria manifatturiera vive un periodo di sostanziali cambiamenti. C’è sempre la tecnologia al centro delle innovazioni del comparto. Da quella che si è connotata storicamente come automazione di fabbrica, siamo arrivati oggi a un’idea di digital enterprise, che Aveva vuole indirizzare per raggiungere l’obiettivo di diventare la prima industrial software company “anche in Italia”, come sostiene Luca Branca, sales director dell’azienda nel nostro Paese. “Lo siamo già in alcuni segmenti e puntiamo ad allargarci dopo aver rinnovato il nostro portafoglio d’offerta e aver completato l’integrazione all’interno della casa madre Schneider Electric”. Quest’ultima si è rivelata un’operazione non del tutto semplice, per ammissione dello stesso management, tant’è che Branca parla di “percorso ancora in essere, seppur con risultati che iniziano a vedersi e con feedback dai clienti decisamente positivi. Con la soluzione Ecostruxure di Schneider Electric c’è qualche piccola area di sovrapposizione, ma prevale la complementarità. La combinazione delle rispettive proposizioni è sicuramente a valore aggiunto, con un maggior peso dell’hardware da una parte e dall’altra, la nostra, una spinta decisa verso la digitalizzazione”.
Che occorra ripensare il modo di gestire le attività industriali è fatto ormai imprescindibile, alla luce non solo della ricerca di ottimizzazione e automazione dei processi, ma anche degli obiettivi di sostenibilità che la società, le normative e gli obiettivi europei impongono: “Le imprese manifatturiere sono organismi connessi, dove ormai le informazioni dell’ingegneria si fondono con quelle delle operations”, ha delineato Sébastien Ory, vicepresidente Sud Europa di Aveva. “In un ambiente di produzione funzionale, la convergenza impone la presenza di una data platform dalla quale ricavare informazioni di valore. Per questo abbiamo iniziato a proporre Aveva Connect, una vera e propria esperienza digitale, che fa aumentare la collaborazione tra team e organizzazioni, consente di creare digital twin da un singolo asset fino all’intera catena del valore e fa da trampolino verso la digital enterprise “.
Maurizio Galardo, chief technologist Xr e visualization e Luca Branca, sales director di Aveva Italia
Naturalmente, le strategie e le visioni d’assieme devono poi fare sempre i conti con le realtà e le culture alle quali si rivolgono. In Italia, il mondo manifatturiero è molto radicato, ma altrettanto ancorato a tradizioni non così semplici da modificare: “Rispetto ad altri paesi, certamente ci sono più resistenze all’innovazione che cambia nella sostanza il modo di lavorare”, ha ammesso Maurizio Galardo, chief technologist Xr e visualization di Aveva. “L’evoluzione verso un diverso utilizzo dei dati ha iniziato a concretizzarsi in tempi più recenti e questo sta progressivamente abbassando le resistenze, per far spazio alla volontà di capire come utilizzare in modo proficuo questi dati”.
Anche da noi, i megatrend che connotano l’evoluzione del comparto industriale comprendono il data management, la sostenibilità e l’utilizzo dell’AI nelle sue declinazioni: “Ci sono alcuni fattori di spinta che possono accelerare le decisioni”, ha aggiunto Galardo. “Il Pnrr certamente aiuterà a realizzare le infrastrutture, ma a breve, dopo gli effetti positivi dei progetti di Industria 4.0 in chiave di aggiornamento di impianti e processi, dobbiamo attendere l’arrivo di quanto collegato alla nuova logica 5.0, che agirà sulla collaborazione e sull’idea di macchine che funzionano come un sistema”.