Se le ultime evoluzioni dell’intelligenza artificiale suscitano un forte interesse fra le aziende, le infrastrutture tecnologiche non sono ancora necessariamente pronte a supportarle come si converrebbe. L’edizione 2023 del Global Tech Trends Report di Equinix conferma l’attenzione molto alta su questo fronte, ma la carenza di competenze sta fungendo da preoccupante deterrente.
Lo studio è stato realizzato su un campione globale di oltre 2.900 It decision maker e ha coinvolto anche cento aziende italiane. La porzione che più ci riguarda fa emergere che l’84& è propenso all’utilizzo dell’Ai nelle operazioni It, ma il 48% non appare soddisfatto delle capacità del proprio team di seguirne correttamente l’implementazione. Tutta l’area Emea appare più arretrata, ad esempio rispetto alle Americhe (32% di insoddisfatti) e il 44% ha indicato la mancanza di conoscenze interne come principale deterrente.
Ma non è questo l’unico fattore a destare preoccupazioni. In area Emea, il 43% lamenta un aumento dei costi Opex legati al maggior sfruttamento dell’Ai, mentre il 39% osserva un ritmo di implementazione troppo lento.
Ci sono ambiti nei quali l’Italia sembra posizionarsi meglio altri paesi. I progressi tecnologici in materia di big data, reti ad alta velocità e potenza di calcolo hanno fatto sì che i digital twin acquisissero un notevole slancio. Da noi il 49% delle aziende ha indicato, per i prossimi due anni, l’intenzione di pianificarne un utilizzo più intenso nel campo dell’operational performance (il 42% in Emea) e il 45% nello sviluppo di prodotti (contro il 40% in Emea): “Viviamo in un paese contraddittorio, con grandi slanci, ma anche scelte complesse da osservare”, ha commentato Emmanuel Backer, managing director di Equinix Italy, ma anche presidente di Ida, l’Italian Data Center Association. “Basti pensare che l’espansione digitale appare confermata da un aumento del cloud superiore alla media europea, ma allo stesso tempo è in ascesa il numero di realtà che decide di mantenere e far evolvere il proprio data center, in apparente contrasto anche con l’allineamento a obiettivi e normative in materia di sostenibilità”.
Emmanuel Backer, managing director di Equinix Italy
Il Global Tech Trends Report 2023 fa emergere anche una certa crescita delle preoccupazioni proprio in materia di carbon footprint legata alle infrastrutture. Quasi due terzi dei responsabili It globali (64%) considerano il carbon pricing una sfida normativa, in particolare in Italia, dove la percentuale sale al 73%, mentre un numero quasi uguale (63%) giudica impegnative le nuove restrizioni sulle attività e gli obblighi aggiuntivi rispetto alla rendicontazione: “I costi di gestione legati alla compliance e la velocità dei cambiamenti sono fattori di preoccupazione a livello globale”, ha osservato Becker. “Se a livello internazionale, la principale risposta risiede nell’automazione, da noi prevale l’appoggio ad associazioni di categoria o al mondo della consulenza. Un po' preoccupante è l’8% che ha indicato di non aver ancora fatto nulla su questo fronte e, rispetto al resto del mondo, c’è anche meno attenzione nei requisiti di sostenibilità imposti ai propri fornitori”.
Il campione italiano ha indicato quali priorità assolute per aumentare il passo dell’innovazione la disponibilità del 5G (53%), la fibra (51%) e la connessione a banda larga (34%). Non a caso, tutti temi di natura infrastrutturale, l’ambito nel quale opera anche Equinix: “La carenze storiche pesano ancora e la domanda di modernizzazione è molto forte”, ha confermato Becker. “Tuttavia, il passaggio a un'infrastruttura digitale basata su abbonamento renderà probabilmente molte di queste preoccupazioni un ricordo del passato”.
Ai temi tecnologici, si affiancano quelli legati alle persone, tant’è che in Italia il 36% pensa di aumentare il team It fino al 10%, nonostante la carenza di competenze. Giocano un certo ruolo i veloci cambiamenti dell’industria, che costringono a una continua rincorsa nell’individuazione delle figure corrette, che poi vanno anche preservate dalle sirene di un mercato del lavoro qui fortemente competitivo. La crescita delle competenze interne potrebbe rappresentare una soluzione, ma le aziende ammettono di dover e poter fare di più.