01/09/2017 di Redazione

Apple si schiera per la neutralità della Rete

In una lettera aperta rivolta alla Federal Communications Commission (Fcc) statunitense, la Mela ha descritto i cinque principi chiave che dovrebbero essere alla base del principio di net neutrality: scelta dei consumatori, niente corsie preferenziali, tr

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La neutralità della Rete ha da oggi un nuovo alleato di peso. Con una lettera indirizzata alla Federal Communications Commission (Fcc) statunitense, Apple ha fatto sentire la propria voce nel dibattito pubblico concernente la net neutrality e il principio per cui l’accesso ai servizi Internet dev’essere assicurato a tutti con gli stessi livelli di servizio e senza distorsioni. La Mela crede che la Fcc “debba mantenere protezioni solide e garantite dalla legge per un internet aperto che seguano alcune regole chiave”. I paletti fissati nella lettera, firmata da Cynthia C. Hogan, vice president of Public Policy del colosso di Cupertino, sono cinque. Innanzitutto, la “scelta dei consumatori”, i quali “devono avere il diritto di accedere liberamente a contenuti legali su internet, applicazioni e servizi” e i “provider di band larga non devono bloccare, rallentare o discriminare servizi e siti Web legali”.

Secondo Apple questo è stato per un decennio il principio fondante della Fcc nel trattare il tema della neutralità della Rete e oggi chi fornisce servizi e prodotti online deve avere rassicurazioni sufficienti per poter “raggiungere in modo affidabile i propri clienti, senza interferenze da parte dei provider di connettività”. Strettamente collegato al primo punto è il secondo, che riguarda la possibilità di pagare tariffe maggiori per avere un trattamento di riguardo in termini di velocità.

In questo modo, sottolinea Hogan, si arriverebbe a “un approccio diverso ai contenuti da trasmettere a seconda della capacità o della volontà dei fornitori di pagare”. Lo scenario che si prefigurerebbe sarebbe caratterizzato da una “competizione distorta”, in cui i fornitori di servizi dovrebbero raggiungere accordi con le telco per non correre il rischio di incappare in uno strozzamento della velocità di trasmissione. Senza contare il fardello per i nuovi competitor, che troverebbero delle barriere all’ingresso praticamente insostenibili a causa di costi maggiori.

 

 

Segue il concetto di trasparenza, per cui i provider dovrebbero rendere noti i dati sulla gestione del traffico e sulle prestazioni di rete delle connessioni dei clienti. In questo modo gli utenti sarebbero in grado di effettuare scelte consapevoli sui propri acquisti e sull’utilizzo dei servizi e, di converso, le aziende che operano sul Web potrebbero analizzare al meglio il tasso di affidabilità delle proprie piattaforme online.

Gli ultimi due principi riguardano la capacità di competere sull’ultimo miglio e gli investimenti in innovazione. Nel primo caso, con una net neutrality debole, il 57 per cento di americani che per vari motivi può fare affidamento su un solo fornitore non avrebbe possibilità di scelta, anche se dovesse scoprire eventuali interferenze dell’operatore. Infine, la visione di Apple è che la neutralità della Rete stimoli e attragga gli investimenti economici, proprio perché garantisce l’apertura senza discriminazioni dei nuovi servizi a una vasta fetta di pubblico.

 

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