04/07/2018 di Redazione

Buone notizie per Zte, ma è ancora presto per cantare vittoria

La società di Shenzhen può tirare un sospiro di sollievo: gli Stati Uniti sospendono il divieto di operare fino al primo agosto. Intanto però, gli effetti della vicenda si fanno sentire anche all’estero e l’azienda potrebbe perdere la commessa italiana di

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Una piccola tregua per Zte: gli Usa hanno sospeso fino al primo agosto il divieto che impediva alla compagnia cinese di operare sul proprio suolo. Tale proroga renderà possibile lo svolgimento di attività di supporto tecnico e manutenzione sui dispositivi venduti dalla società prima del 15 aprile 2018. La vicenda che ha Zte e gli Usa come protagonisti va ormai avanti da un po’ di tempo: ad aprile, Donald Trump aveva deciso di bloccare per sette anni qualsiasi attività commerciale dell’azienda di Shenzhen negli Stati Uniti, con l’accusa di aver violato l’embargo imposto a Iran e Corea del nord. Successivamente, il tycoon è tornato sui suoi passi, rimuovendo il divieto e imponendo alla compagnia cinese una multa da un miliardo di dollari, un accantonamento di 400mila dollari a un fondo di garanzia e la sostituzione completa del consiglio di amministrazione e della direzione aziendale.

Il mese scorso però il Congresso si è opposto alla decisione del presidente, riabilitando il divieto perché fondamentale per la salvaguardia della sicurezza nazionale. Ieri Zte ha annunciato le dimissioni di Xu Weiyan, un rappresentante degli azionisti che, a detta della società, avrebbe lasciato il posto a causa di impegni personali. Lo stesso giorno, secondo fonti di Reuters, la compagnia di Shenzhen avrebbe mandato un memo interno con il quale comunicava ai suoi dipendenti il licenziamento di altri sette membri dell’esecutivo, tra i quali i responsabili legale, finanziario e della supply chain.

Non è chiaro però se tali congedi siano collegati all’accordo di Zte con gli Stati Uniti. Per la società è comunque presto per tirare un sospiro di sollievo. La compagnia si trova infatti a fare i conti con gli effetti collaterali della vicenda statunitense sugli altri mercati. La riabilitazione da parte di Trump non le ha permesso di aggiudicarsi l’importante commessa italiana di Wind Tre per l’aggiornamento delle apparecchiature wireless della telco italiana.

L’operatore, recentemente acquisito al 100 per cento da Ck Hutchison, sta ora valutando un piano alternativo circa alcune attività legate alla maxi commessa da un miliardo di euro, vinta da Zte nel 2016. Una gara che aveva visto tra i partecipanti anche Huawei, Nokia ed Ericsson, con quest’ultima grande sconfitta. Secondo alcune indiscrezioni, Zte rimarrebbe ancora favorita rispetto all’altro competitor cinese e a quello finlandese, ma Ericsson potrebbe aver guadagnato terreno.

 

Donald Trump

 

La società svedese, infatti, potrebbe vedersi aggiudicare la parte principale dei lavori di Wind Tre, per un totale di 600 milioni di euro. Appare evidente come la situazione sia molto delicata. Dal ritorno in Borsa dopo i due mesi di stop, Zte ha bruciato circa 11 miliardi di dollari di valore di mercato. Nonostante ciò, gli osservatori giudicano positiva la sospensione del ban e suggeriscono di acquistare azioni della società. La notizia, a detta dell’analista Edison Lee di Jefferies Group, è “un segnale molto positivo verso la totale eliminazione del divieto di esportazione di Zte”.

 

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