19/01/2023 di Redazione

Consenso sui dati personali degli utenti, nuova multa su Whatsapp

La Data Protection Commission ha stabilito una sanzione da 5,5 milioni di euro al termine di un’indagine partita nel 2018.

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Su Whatsapp piomba una nuova multa pari a 5,5 milioni di euro inflitta dalla Data Protection Commission, l’ente di tutela della privacy irlandese. Dopo la recente sanzione inflitta a Meta per le insufficienti misure di sicurezza di Facebook, una nuova (meno salata) multa arriva sull’altra applicazione controllata dalla società di Mark Zuckerberg

Al termine delle proprie indagini, la Data Protection Commission ha rilevato irregolarità nel modo in cui Whatsapp nel 2018 ha gestito l’entrata in vigore del Gdpr, il regolamento europeo sulla protezione dei dati. L’applicazione avrebbe violato alcune delle norme, in particolare nel modo in cui chiedeva agli utenti il consenso sulla raccolta dei loro dati personali.

In seguito all’entrata in vigore del Gdpr, l’applicazione aveva dovuto chiedere nuovamente il consenso all’uso dei dati personali a fini di miglioramento del servizio e di sicurezza. L’indagine dell’ente irlandese era partita in seguito alla segnalazione di un utente tedesco: Whatsapp avrebbe forzato le persone a dare il consenso mettendo la spunta sulla casella “accetta e prosegui”.

In realtà la Data Protection Commission  aveva già rilevato una mancanza di trasparenza ma aveva deciso di non procedere con una sanzione, perché Whatsapp Ireland era già stata multata pesantemente (225 milioni di euro) per violazioni analoghe. Altri organismi di tutela dei consumatori europei avevano supportato la decisione. Lo European Data Protection Board si è però impuntato su un punto specifico: Whatsapp, a suo dire, non avrebbe dovuto usare il consenso come base legale per poter analizzare i dati personali degli utenti.

Da qui la sanzione di 5,5 milioni di euro, che può essere considerata come un corollario alla precedente e più salata multa. Ora Whatsapp ha sei mesi di tempo per saldare il conto, ma l’azienda ha già espresso il proprio disaccordo: “Crediamo fortemente che il modo in cui opera il servizio sia conforme dal punto di vista sia tecnico sia legale”, ha dichiarato un portavoce. “Ci affidiamo a necessità contrattuali per finalità di miglioramento del servizio e sicurezza perché crediamo che aiutare le persone a essere sicure e offrire prodotti innovativi sia una responsabilità fondamentale nell’erogare il nostro servizio”.

 

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