01/02/2024 di Redazione

Dall’AI l’Italia può ricavare 329 miliardi di euro entro il 2030

L'intelligenza artificiale promette un notevole impulso per 'economia nazionale. Lo conferma uno studio condotto da Public First con Aws, che però fa emergere i dubbi che le aziende hanno sui fornitori e i limiti legati alle competenze.

Image by rawpixel.com on Freepik

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Nel contesto della seconda edizione dell’indagine su "Unlocking Europe's AI Potential" condotta da Public First e commissionata da Aws, emerge come il 2023 sia stato l’anno dell'intelligenza artificiale, evidenziato da un aumento del 28% delle imprese italiane che hanno abbracciato questa tecnologia. Tuttavia, sebbene da noi sia emerso un certo entusiasmo nell'adozione dell'AI, c’è strada da percorrere rispetto ai colleghi europei. Il tasso di adozione continentale, infatti, ha raggiunto il 33% a settembre 2023, con una crescita del 32% rispetto al 2022. A parziale compensazione, il 67% delle aziende italiane prevede una trasformazione sostanziale del proprio settore nei prossimi cinque anni, superando la media europea del 63%.

Secondo la ricerca, che ha coinvolto mille imprese e altrettanti cittadini del nostro Paese, se riusciremo a mantenere questo ritmo di integrazione digitale, si potrebbe generare un aumento di 329 miliardi di euro nell valore dell'economia nazionale entro il 2030, superando le previsioni dello scorso anno di 78 miliardi di euro.

I benefici derivanti dall'adozione dell'AI si riflettono nei risultati dell'indagine. Un i88% delle imprese italiane che hanno implementato tecnologie su questo fronte ha registrato un aumento dell'efficienza operativa, mentre il 75% ha semplificato i processi di innovazione aziendale. Un altro 75% ha indicato un miglioramento della customer experience.

Tuttavia, la ricerca evidenzia anche una disparità tra l'entusiasmo per l'AI e la disponibilità delle competenze necessarie. Il 54% delle imprese italiane segnala carenze negli skill digitali di base, mentre solo il 20% riesce facilmente ad assicurarsi professionisti con le conoscenze richieste. Si riconosce, giocoforza, la necessità di migliorare le competenze digitali. Il 90% punta sul training, ma solo il 32% attua regolarmente programmi completi di formazione digitale per tutto il personale.

Il pieno accesso ai vantaggi delle tecnologie digitali da parte delle imprese italiane è ostacolato da diverse barriere. In particolare, gli standard stringenti per lo scambio di dati tra i fornitori rappresentano un impedimento significativo all’adozione dell’AI (63%). Si tratta di una problematica quasi esclusivamente italiana, che interessa solo una piccola minoranza (23%) di imprese nel resto d’Europa. Altri ostacoli ai quali far fronte includono la scelta limitata tra i fornitori, la difficoltà di passare da un provider all’altro e la preoccupazione per i costi dei sistemi di AI, tutte problematiche evidenziate dal 38% delle imprese italiane.

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