04/07/2024 di Valentina Bernocco

Dopo il “matrimonio” con Microsoft, OpenAI fa entrare Apple nel Cda

Phil Schiller, responsabile dell’App Store, fa ora parte del consiglio di amministrazione della società madre di ChatGpt, ma come osservatore.

Quella tra OpenAI e Microsoft è una relazione aperta: Apple è entrata nel consiglio di amministrazione di quella che è senza dubbio l’azienda simbolo dell’ascesa mondiale dell’intelligenza artificiale generativa. La stessa su cui Microsoft ha investito più di 10 miliardi di dollari per poter integrare fin dalle radici i più evoluti large language model in quel momento disponibili (gli stessi alla base di ChatGpt) all’interno del proprio Copilot. 

Se questo rapporto pare solido, non solo per questa integrazione tecnologica ma perché Microsoft ha subito aperto le porte a Sam Altman in seguito alla sua (effimera) uscita da OpenAI, adesso c’è un terzo incomodo da considerare: Apple, appunto. Non c’è stata notizia ufficiale, ma secondo le indiscrezioni di Bloomberg un alto dirigente della società di Cupertino è entrato nel Cda di OpenAI con un ruolo da osservatore, ovvero privo di poteri di voto e di amministrazione. Si tratta di Phil Schiller, responsabile dell’App Store e in precedenza del marketing di Apple.

Come scritto da Bloomberg, tale mossa rafforza i legami tra due partner “improbabili”, o che fino al recente passato sembravano tali, e per due ragioni. Una è lo stretto e profondo legame con Microsoft, che di OpenAI è il principale investitore. L’altra è il fatto che Apple fino a ieri fosse rimasta nel dietro le quinte del mercato dell’intelligenza artificiale generativa, lavorando allo sviluppo di tecnologie autoctone ma temporeggiando, senza ancora introdurle nei propri servizi (non è comunque la prima volta che questo accade, basti pensare ai VisionPro).

Tre settimane fa, poi, tutto è cambiato con un duplice annuncio in tema AI: le prossime versioni di iOS e macOS integreranno la tecnologia proprietaria Apple Intelligence (simile al Copilot di Microsoft ma nativamente pensata per l’iPhone, oltre che per l’esperienza su computer) e inoltre consentiranno a Siri di dialogare con ChatGpt.

Notoriamente è raro che Apple stenda il tappeto rosso a software esterni al proprio ecosistema, e dunque già questa scelta è stata un chiaro segno di interesse e fiducia nei confronti di OpenAI. Azienda che ora, nonostante la crescente credibilità e i finanziamenti ottenuti dalla concorrente Anthropic, si conferma come l’oggetto del desiderio delle due Big Tech rivali per eccellenza.

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