19/11/2015 di Redazione

Google tra cinque anni parlerà (quasi) solo di cloud

“Entro il 2020 si dovrà parlare di noi come una compagnia specializzata nella nuvola, con un fatturato maggiore rispetto a quello pubblicitario”, ne è convinto Urs Hölzle, uno dei guru di Big G e responsabile della Cloud Platform. La società ha lanciato u

immagine.jpg

La scommessa è di quelle importanti, da togliere il fiato. Soprattutto se ci si ferma a pensare ai numeri in gioco. Uno dei principali guru all’interno di Google e suo “ottavo dipendente”, Urs Hölzle, ha dichiarato pancia in dentro e petto in fuori che, entro cinque anni, il fatturato di Big G nei servizi cloud supererà quello derivante dalla pubblicità. “Il nostro obiettivo è parlare nel 2020 di Google come una cloud company”, ha detto ieri il responsabile della divisione “nuvola” di Mountain View, parlando dal palco della Structure conference di San Francisco. La sfida è notevole: attualmente, l’89% del volume d’affari globale del colosso californiano arriva proprio dalle inserzioni pubblicitarie, settore in cui Big G è leader assoluto. Il discorso è invece diverso nei servizi cloud, dove Google sta faticando a consolidare partnership di spessore con i grossi gruppi internazionali e, anche per questo motivo, sembra non riuscire a tenere il passo dei primi due player del mercato, Amazon Web Services e Microsoft (con Azure).

Ma Hölzle non sembra affatto preoccupato dalla posizione di Google. Anzi. Secondo quanto riporta Business Insider Uk, il manager avrebbe fatto capire che la società annuncerà a breve nuovi servizi che “toglieranno ogni dubbio” circa le serie intenzioni del gruppo di scalare verso la vetta. La strategia di Big G potrebbe includere anche un’ulteriore riduzione dei prezzi per i servizi, uniti a performance di elaborazione ancora più elevate.

E, per convincere platea, aziende e media, Hölzle non ha esitato a usare toni epici. In particolare, facendo un parallelo tra l’esplosione del mercato cloud e la sfida ad Apple nel 2007, da tutti giudicata persa in partenza. In quegli anni, infatti, l’iPhone aveva ormai ridefinito il concetto di cellulare e provare ad attaccare la Mela su quel campo pareva impossibile. Eppure, ha sottolineato il guru di Big G, Android è riuscito (pur arrivando dopo) a diventare il sistema operativo più popolare al mondo. “Speriamo di diventare i nuovi Android”, ha affermato Hölzle.

 

Urs Holzle, senior vice president for Technical Infrastructure di Google

 

Tralasciando le metafore, è certo che lo spazio per crescere nell’ancora emergente mercato del cloud non manca. E Google sta dimostrando una buona vitalità. In termini di quote assolute, Aws è il leader indiscusso: nel primo trimestre del 2015 ha fatturato più di tutti gli altri principali player messi assieme (Salesforce, Microsoft, Ibm e Google). Ma, a differenza di Amazon Web Services, cresciuta su base annua del 49%, Big G ha visto un aumento delle entrate del 74%, seconda solo al colosso di Redmond (+96%).

“Tutti parlano di cloud, cloud e ancora cloud”, ha aggiunto Hölzle, “ma dal punto di vista statistico soltanto l’un per cento dello storage mondiale risiede su nuvole pubbliche. È evidente che siamo ancora agli inizi”. Google potrebbe puntare, in alternativa alle grandi imprese, alle numerose startup che nascono come funghi in tutto il mondo. Grazie a una politica di prezzi competitiva, infatti, le giovani realtà potrebbero pian piano spostarsi dalle macchine di Aws (al momento quasi lo standard per le startup che necessitano di servizi veloci) verso la Cloud Platform di Big G. Appuntamento tra cinque anni.

 

ARTICOLI CORRELATI