Nvidia continua a navigare a gonfie vele, spinta dal vento dell’intelligenza artificiale e dal momento di espansione dei data center dei grandi hyperscaler, e nonostante i veti statunitensi sulla vendita in Cina di componenti semiconduttori avanzati. Nel primo trimestre (terminato al 27 aprile) dell’anno fiscale 2026 il colosso dei semiconduttori ha ottenuto un fatturato di 44,1 miliardi di dollari, che segna una crescita del 69% su base annua e del 12% sul quarter precedente.
Reduce dagli annunci del Computex, l’azienda di Jensen Huang ha visto calare il margine commerciale rispetto ai mesi precedenti a causa di un incremento delle spese, ma resta comunque su un valore molto alto, superiore al 60% (nel calcolo Gaap). L’utile netto trimestrale, che sfiora quota 18,8 miliardi di dollari, corrisponde a una crescita del 26% su base annua. A fare da traino ai conti sono state, fra le altre cose, le Gpu Blackwell acquistate in grande quantità da clienti hyperscaler, come Microsoft.
“Il nostro rivoluzionario supercomputer di AI Blackwell NVL72 AI, una macchina pensante progettata per il ragionamento, è ora in produzione a pieno regime tra costruttori di hardware e fornitori di servizi cloud”, ha dichiarato Huang. “La domanda mondiale di infrastrutture di AI di Nvidia è incredibilmente forte. La generazione di token di inferenza AI è decuplicata nel giro di un solo anno e ora, con la diffusione generale degli agenti di AI, la domanda di AI computing accelererà. I Paesi di tutto il mondo vedono l’AI come un’infrastruttura essenziale, al pari dell’elettricità e di Internet, e Nvidia è al centro di questa profonda trasformazione”.
Le mancate vendite di Gpu H20 in Cina
Sull’impossibilità di vendere in Cina le Gpu Hopper H20, invece, molto si è detto in queste settimane, anche in relazione a possibili versioni “light” sviluppata per il mercato cinese, ipotesi smentita dallo stesso amministratore delegato. Se anche non ci sarà un downgrade delle H20 sviluppato per la Cina, Nvidia sta comunque lavorando su prodotti specifici per l'export in Cina, approvati dal Dipartimento del Commercio statunitense.
Con il Framework for Artificial Intelligence Diffusion emesso a metà gennaio, Nvidia si è ritrovata con un eccesso di scorte in magazzino, ma le mancate vendite sono state meno penalizzanti del previsto. L’azienda aveva stimato inizialmente un impatto negativo sui ricavi trimestrali pari a 5,5 miliardi di dollari, che nei fatti si è limitato a 1 miliardo di dollari.
“La questione non è se ci sarà un’intelligenza artificiale cinese, perché già esiste”, ha dichiarato Huang in conferenza telefonica con gli analisti, come riporta Reuters. “La questione è se uno dei maggiori mercati dell’AI al mondo sarà poggiato su piattaforme americane”. A detta dell’amministatore delegato, i controlli sull’export “dovrebbero rafforzare le piattaforme statunitensi, anziché dirottare sulla concorrenza metà del talento mondiale sull’AI”.