Il nuovo report Reinforcing the Modern Workplace, terza edizione della serie Work Reborn, realizzata da Lenovo, dipinge l'ennesimo quadro a tinte fosche per quello che riguarda i rischi connessi alla cybersecuirty. Se da un lato l’AI aumenta l’efficienza e le performance aziendali, dall’altro alimenta nuove forme di attacco. Gli hacker, grazie agli strumenti generativi, possono orchestrare campagne di phishing credibili, realizzare deepfake convincenti e sviluppare malware polimorfici in grado di mutare continuamente per sfuggire ai controlli.
Le preoccupazioni dei leader IT non riguardano solo l’esterno. Secondo la ricerca, il 70% vede un rischio significativo nell’uso improprio dell’AI da parte dei dipendenti, mentre oltre il 60% teme che gli agenti intelligenti possano introdurre una nuova classe di minacce interne difficili da gestire. A ciò si aggiunge il pericolo che gli stessi modelli di AI, insieme ai dati di training e ai prompt, diventino obiettivi da proteggere contro manipolazioni e compromissioni.
Difese obsolete e necessità di un cambio di passo
Le strategie tradizionali non bastano più. È questa la premessa che guida Lenovo nella proposta di soluzioni di sicurezza native AI, progettate per individuare le minacce prima che colpiscano e per adattarsi dinamicamente. “L’AI ha cambiato l’equilibrio di potere nella cybersecurity. Le organizzazioni hanno bisogno di intelligenza che si adatti rapidamente come le minacce e questo significa combattere l’AI con l’AI,” ha spiegato Rakshit Ghura, Vicepresidente e General Manager di Lenovo Digital Workplace Solutions.
Secondo Gartner, entro il 2027 il 90% delle implementazioni di AI applicata alla cybersecurity avrà un carattere tattico, mirato a automatizzare compiti e ottimizzare processi piuttosto che sostituire ruoli umani. Anche McKinsey avverte che le aziende che non rivedranno le proprie difese rischiano di non reggere l’impatto di questa trasformazione.
Lenovo intende rispondere su più livelli. L’azienda sta portando capacità di auto-difesa direttamente nei PC AI di nuova generazione, così che i dispositivi stessi diventino asset protetti collegati a una piattaforma unificata di resilienza. Allo stesso tempo, con la suite Digital Workplace Solutions e i servizi ThinkShield, la protezione si estende dall’endpoint al cloud.
Un ruolo centrale lo gioca il modello Cyber Resiliency as a Service (CRaaS), che offre monitoraggio e risposta gestiti con tempi medi inferiori ai 30 minuti, capacità di rilevamento delle minacce pari al 99,5% e un risparmio sui costi superiore al 20% nel primo anno di adozione.
Riconoscimenti e risultati sul campo
La strategia di Lenovo è stata premiata ai Fortress Cybersecurity Awards 2025, dove l’azienda ha ottenuto riconoscimenti in tre categorie: leadership nella cybersecurity grazie all’approccio Zero Trust, protezione della supply chain con ThinkShield Supply Chain Assurance (già adottato da Meta per validare i dispositivi dei dipendenti) e servizi cloud con CRaaS.
A rafforzare la reputazione di affidabilità contribuisce anche la validazione indipendente dei server Lenovo ThinkSystem x86, classificati al primo posto per uptime negli ultimi undici anni consecutivi.
La visione di Lenovo è che la sicurezza AI non debba essere considerata solo come un costo o una barriera difensiva, ma come un vero motore di crescita. Aziende che si fidano delle proprie fondamenta di protezione riescono infatti a ridurre i costi, migliorare la produttività e accelerare l’adozione di soluzioni digitali avanzate.
Come ha concluso Ghura, “con strumenti AI che si diffondono oltre la visibilità dell’IT e attaccanti che sfruttano lacune che i sistemi tradizionali non riescono a riconoscere, Lenovo offre le difese potenziate dall’AI di cui le aziende hanno bisogno per trasformare il rischio in resilienza e abilitare luoghi di lavoro pronti per il futuro.”