L’intelligenza artificiale, tra chatbot e agenti AI, sempre più sta diventando uno strumento di lavoro quotidiano. E non viene usata solo per ragioni di comodità e velocità, quindi per risparmiare tempo su attività che si potrebbero fare anche altrimenti, nel modo tradizionale. Serve anche per poter fare cose che, altrimenti, da soli non sapremmo fare perché esulano dalle nostre competenze.
Così racconta un nuovo studio pubblicato da Slack e Salesforce, basato su oltre cinquemila interviste (a 5.156 professionisti di aziende in Australia, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti, tra dirigenti, manager e personale senior o specializzato) raccolte da Qualtrics tra aprile e maggio di quest’anno. Il campione non includeva dipendenti o clienti di Slack o Salesforce. Ebbene, il 96% degli intervistati ha detto di aver usato l’intelligenza artificiale per gestire attività per le quali non aveva le necessarie competenze.
La propensione all’utilizzo spazia tra diverse aree di attività. L'80% è propenso a usare l'AI per la ricerca di dati e informazioni a supporto dei processi decisionali, e un quasi analogo 82% ne apprezza l’utilità nella creazione di presentazioni. Per gli strumenti più nuovi, come gli agenti AI, si riscontra una crescita di utilizzo per compiti non strettamente legati all’efficienza, per esempio nelle attività di brainstorming (il 72% si aspetta che diventino uno strumento di assistenza o automazione per questa attività).
In generale, rispetto ai livelli di sei mesi prima, l’adozione dell’AI tra i professionisti in azienda è aumentata del 50%, mentre il suo utilizzo quotidiano ha registrato un’impennata del 233%. I dirigenti d’azienda sono stati i più rapidi a sperimentare con l’intelligenza artificiale, ma ora anche tra chi non sta al vertice dell’organigramma l’adozione è in crescita: il 60% del team impiega strumenti di AI di un qualche genere e il 40% lavora con gli agenti AI.
Tre gli ambiti di utilizzo più frequenti per gli strumenti di intelligenza artificiale: soprattutto vengono usati per trovare rapidamente dati e informazioni, anche mirate, ma anche come supporto alla scrittura e alla comunicazione e, terzo ambito, come stimolo alla creatività (per trovare idee e spunti ma anche per superare blocchi mentali).
Gli impatti dell’AI sul lavoro
Chi usa l’AI ogni giorno nel proprio lavoro è più produttivo, mediamente del 64%, e ben più soddisfatto, dell’81%, rispetto ai colleghi che non la utilizzano. L'uso quotidiano degli agenti AI raddoppia la fiducia nella tecnologia, in particolare per quanto riguarda la protezione dei dati, l'accuratezza delle informazioni e il supporto alle decisioni.
“La rapida adozione dell’AI sta trasformando radicalmente il mondo del lavoro”, ha commentato Denise Dresser, Ceo di Slack. “L'accresciuta familiarità e fiducia dei lavoratori nell'AI offre alle aziende un'opportunità tangibile per incrementare produttività e innovazione, rendendo al contempo il personale più sicuro e soddisfatto”.
I Millennials sono gli utilizzatori più entusiasti. In questa fascia generazionale, il 68% usa abitualmente l’AI per attività come la stesura di testi, la sintesi di contenuti e la generazione di idee. E tra i dirigenti di generazione Millennials il 43% utilizza l’AI quotidianamente. Tra i giovani della Generazione Z, invece, il 29% pensa che l’AI abbia contribuito ad aumentare il senso di connessione con i colleghi e il coinvolgimento nel lavoro.