Secondo un’analisi condotta da Bigda per conto del sindacato FLP e presentata durante l’evento dedicato all'uso dell'IA nella PA, emerge chiaramente che al momento l’interazione tra lavoratori e tecnologie avanzate avviene prevalentemente in chiave complementare. L'80% dei dipendenti interessati, circa 1,5 milioni di persone, dichiara infatti di vivere una sinergia positiva con gli strumenti di IA che diventano un supporto importante alle attività quotidiane. Questo effetto virtuoso è particolarmente evidente nei settori della ricerca e dell’istruzione, dove la complementarietà sfiora il 92%, e tra il personale amministrativo soggetto a diritto pubblico, con quasi l’80% di integrazione efficace.
Circa il 12% dei lavoratori (218 mila persone), però, vede dei rischi di sostituzione, specialmente se impiegati in ruoli che prevedono mansioni ripetitive e poco specializzate, maggiormente concentrati nelle funzioni amministrative centrali e locali. Un ulteriore 8% dei dipendenti si trova invece in una zona di incertezza, dove non è ancora ben definito il rapporto tra le tecnologie e le competenze umane. Questo riguarda, ad esempio, professioni chiave in settori come quello sanitario e diplomatico, per i quali sono necessari approfondimenti mirati per massimizzare i vantaggi dell'IA senza compromettere la qualità dei servizi offerti.
Formazione e riqualificazione diventano una priorità
Marco Carlomagno, segretario generale di FLP, sottolinea che la trasformazione in corso impone urgenti interventi di formazione continua e riqualificazione professionale (upskilling e reskilling). La chiave per mantenere alta la qualità e l'efficienza nella PA dovrebbe essere quella di investire su nuove competenze interne piuttosto che cercarle esternamente, facilitando così una transizione senza traumi.
Dal punto di vista degli obiettivi che i dipendenti pubblici si attendono dall'IA, prevale l'aspettativa di una maggiore efficienza operativa (42%), seguita dal miglioramento delle capacità di gestione e analisi dei dati (24%) e da una maggiore accessibilità ai servizi pubblici per cittadini e imprese (18%).
Guardando invece al sentiment degli utenti esterni, l'analisi delle 20.000 menzioni online raccolte da Bigda mostra una prevalenza di percezioni positive (circa il 50%), con utenti che considerano l'IA uno strumento di modernizzazione, semplificazione e supporto. Gli utenti si sono, invece, riscoperti meno ottimisti per quello che riguarda privacy e sicurezza connessi all'uso dell'AI: il 20% degli utenti percepisce l’intelligenza artificiale come troppo invasiva, con rischi concreti di sorveglianza e abuso delle informazioni personali.
In definitiva, anche nella Pubblica Amministrazione si sta affermando l'AI come un valido strumento di lavoro che va a completare la figura del dipendente per renderlo più efficiente. Non mancano le paure tipiche di ogni grande cambiamento, ma neanche la sensibilità nel comprendere che bisogna lavorare su formazione e riqualificazione per ammortizzare l'ingresso di questi strumenti nella vita lavorativa quotidiana.