Il più storico dei software gestionali di Enterprise Resource Planning, JD Edwards, continua a proiettarsi verso il futuro. Il prodotto, nato nel 1977 con il nome del suo fondatore, dal 2005 è patrimonio di Oracle, che si è presa cura di farlo evolvere e di adattarlo all’era dei calcoli in-memory, dell’Internet of Things e del cloud computing. Così hanno spiegato i manager italiano dell’azienda californiana durante la tappa milanese del roadshow dedicato a JDE, un giro che sta toccando una trentina di località e che è stato abbinato al mini-sito www.jde-italiancore.it. Un nome scelto per comunicare il fatto che il software può diventare il “cuore pulsante” delle imprese italiane.
“L’Italia rappresenta uno tra i mercati europei con il maggior fatturato ed è uno dei Paesi in cui JD Edwards è stato capito e apprezzato di più”, ha spiegato Gianluca De Cristofaro, sales director applications for midsize enterprises Italy, ricordando poi lo stretto legame fra l’azienda, i suoi partner di canale e i suoi clienti (circa diecimila aziende nel mondo, di cui oltre 900 nello Stivale). Nell’ultimo biennio, in Italia JDE ha più che raddoppiato il giro d’affari (+120%) e ha acquisito clienti importanti come Cremonini e Furla, che si sono aggiunti ai nomi di Gruppo Zucchi, Guess Europa, Geico-Taikisha (gruppo italiano-nipponico che realizza impianti per la verniciatura delle scocche per automobili) e Doc Generici (azienda farmaceutica nata vent’anni fa e oggi principale player indipendente nel mercato tricolore dei medicinali generici).
Un aspetto è interessante: l’86% dei clienti utilizza versioni del programma dalla Enterprise One 9 in poi. “Questo è eccezionale”, ha sottolineato De Cristofaro, “perché dimostra l’entusiasmo dei clienti. Il passaggio all’ultima versione, la 9.1, è stato il più veloce di sempre. JD Edwards è anche, all’interno del portafoglio Oracle, il prodotto che genera la maggiore soddisfazione”. Il prodotto, insomma, cambia continuamente e i suoi utilizzatori non perdono tempo ad aggiornarsi.
Fra le novità introdotte negli ultimi dodici mesi ci sono una cinquantina di applicazioni mobile, strumenti di rental management, di real-time insight (applicazioni in-memory) e la semplificazione dell’interfaccia utente. Lo scorso aprile, in particolare, Oracle ha introdotto le Disconnected Mobile Applications, che permettono di usare l’Erp anche in caso di assenza di connettività WiFi, funzione utile per i lavoratori “sul campo” o nei magazzini.
Attualmente JD Edwards è utilizzabile con 84 applicazioni mobile rivolte a diversi ruoli aziendali. E la roadmap dell’innovazione per i prossimi anni è già tracciata: oltre che all’ulteriore miglioramento dell’interfaccia, l’anno prossimo si penserà all’Internet of Things e all’integrazione dei dati aziendali line of business con quelli derivati dagli input dei sensori (temperatura, umidità e qualsiasi altro parametro misurabile) posizionati su strutture o su attrezzature. E Oracle promette che il flusso di informazioni in partenza dai beacon sarà in tempo reale, continuo, accurato e sicuro.
Altre innovazioni a più lungo termine, su cui i laboratori di ricerca di JDE sono al lavoro e che vedranno la luce commercialmente entro un paio di anni, si focalizzeranno ancora una volta sull’interfaccia (che diventerà più intuitiva, offrendo una user experience uniforme ma anche personalizzazioni basate sul ruolo) e poi sull’integrazione dei wearable device nel mondo dell’Erp. Nella visione di Oracle, alert, notifiche, singole informazioni potranno essere comunicate su uno smartwatch e quindi, dopo il passaggio dal desktop al mobile, si passerà a un tipo di accesso alle applicazioni ancora più distribuito e flessibile.
Dialogo aperto con la nuvola
Queste singole innovazioni si incrociano e si incroceranno con quella, più generale, del cloud computing. JD Edwars è compatibile con la nuvola, perché può essere eseguito su sistemi proprietari ma anche in ambienti di cloud ibrido e può dialogare con i servizi di nuvola di Oracle.
“Incrementeremo la capacità di JDE di essere sempre più aperto”, ha annunciato Robert Monahan, vice president di JD Edwards. “JDE è una piattaforma open che permette ai clienti di estenderla e integrarla con le loro applicazioni mobili, con servizi Web o con il cloud”.
La rivoluzione della nuvola, come noto, nelle aziende si abbina a quella dei dispositivi mobili: “Storicamente, molti degli utenti di Erp lavoravano in uffici o fabbriche o distribuzione, ma oggi l’utilizzo è esteso alla forza vendite e all’accesso mobile”, ha sottolineato Monahan.
“Oracle oggi è una compagnia molto diversificata, con tante linee di prodotto, e in continuo cambiamento”, ha testimoniato John Schiff, vice president e general manager di JD Edwards. “In passato era una delle peggiori aziende sul mercato dal punto di vista del marketing e della comunicazione, perché non parlava dei suoi prodotti. Oggi è cambiato tutto, Oracle sta spingendo la sua offerta cloud e pubblica le sue roadmap triennali”.
A proposito della nuvola, Schiff ha sottolineato come l’abbinamento di JDE a un database Oracle in-memory permetta di velocizzare enormemente le analisi dei dati, tagliando per esempio da 12 ore a pochi minuti i tempi di lettura di 120 milioni di righe di record.