Secondo uno studio condotto da Ericsson un raddoppio della banda larga fa crescere il PIL dello 0,3%. In altre parole se si diffondono connessioni veloci, l'economia del paese ne guadagna. La ricerca è stata eseguita in 33 paesi dell'OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico), tra cui l'Italia.
Si potrebbe pensare che lo 0,3% di crescita sia poco, sopratutto se confrontato ai costi necessari per modernizzare l'infrastruttura di rete. Parliamo però di 126 miliardi di dollari, "oltre un settimo del tasso di crescita media annuale dell'OCSE nell'ultimo decennio".
Banda larga per tutti e per tutto, questa e la strada.
Anche il tasso di penetrazione della banda larga, ovviamente, ha un impatto diretto sulla crescita del PIL e sulla creazione di posti di lavoro. La crescita è dovuta a una combinazione di effetti diretti e indiretti, che vanno dalla realizzazione di nuove infrastrutture fino all'introduzione di nuovi servizi – possibili proprio grazie a una maggiore diffusione del broadband.
"Questi dati dimostrano concretamente come l'evoluzione delle comunicazioni e in particolare della banda larga costituisca sempre più un fattore chiave per la crescita socio-economica. In un momento cruciale per l'economia mondiale, il broadband rappresenta infatti una leva fondamentale per incrementare l'efficienza e la produttività di aziende e istituzioni, creare nuovi posti di lavoro e offrire ai cittadini servizi sempre più avanzati", ha dichiarato Nunzio Mirtillo, Presidente Ericsson per la Regione Mediterranea.
"Solo per citare un esempio, ci aspettiamo che le applicazioni mobili in ambito sanitario saranno utilizzate da 500 milioni di persone. Prevediamo inoltre che le persone che accederanno alla banda larga passeranno da 1 a 5 miliardi nel 2016, e che nella maggior parte dei casi si tratterà di una connessione in mobilità. Siamo quindi solo all'inizio di un percorso di sviluppo che ci condurrà verso una Networked Society, con infinite opportunità per imprese, individui e per la società intera".
"Ci auguriamo che i risultati di questo studio possano essere di stimolo per tutti gli attori dell'innovazione - Governo, Authority, istituzioni, aziende e operatori – guidandoli verso lo sviluppo della banda larga, per recuperare competitività nei mercati globali", conclude il dirigente Ericsson.
Un appello a cui ci uniamo volentieri, nella speranza che il tesoretto accumulato con l'asta LTE serva davvero a migliorare l'infrastruttura digitale di questo paese, perché di certo non possiamo scartare una possibile crescita dello 0,3% - che sarebbe oltre il doppio di quella prevista attualmente.