L’intelligenza artificiale non delude, almeno in Europa. Così racconta l’ultima ricerca condotta da Idc per Lenovo su 620 dirigenti aziendali e responsabili IT di medie e grandi aziende europee (Italia, Francia, Germania, Spagna, Paesi Bassi, Danimarca, Regno Unito, Paesi dell’Europa dell’Est) e mediorientali: il 94% dei progetti di intelligenza artificiale avviati nei 12 mesi precedenti ha soddisfatto le aspettative iniziali e nel 31% dei casi le ha addirittura superate. Un dato, quest’ultimo, è ben superiore al 16% rilevato tra le aziende del Nord America.
Nei (pochi) progetti che non soddisfano le aspettative iniziali, la causa può essere una difficoltà a scalare le implementazioni (30%) o problemi di qualità dei dati (29%). Altri aspetti critici sono la limitata applicazione delle policy di governance, rischio e conformità esistenti (nel 46% delle aziende) o, nel 26% dei casi, l’assenza di tali policy. Per superare questi ostacoli e garantire successo alle iniziative di AI, Lenovo consiglia di affrontare quattro tematiche: sovranità e conformità dei dati; integrazione dell'A con i sistemi e i processi esistenti; formazione e miglioramento delle competenze dei dipendenti; disponibilità di dati di qualità (31%).
In generale, tuttavia, le aziende Emea abbastanza ottimiste in merito alle potenzialità dell’AI: il 55% degli intervistati ha un’opinione positiva, e tra costoro c’è un 10% (del totale campione) che si è detto “estremamente entusiasta".
L’AI si prende un quinto del budget IT
Secondo le stime di Lenovo, in media gli investimenti in AI rappresenteranno quest’anno il 20% dei budget IT delle aziende Emea, dato in crescita rispetto al 13% del 2024. I progetti si concentreranno soprattutto sull’AI generativa (nel 44% dei casi, quasi quattro volte il 12% dell’anno scorso) e meno su altri tipi di intelligenza artificiale, come quella predittiva e interpretativa.
Per portare su larga scala le iniziative, inoltre, il 53% delle aziende Emea sta pianificando di appoggiarsi a servizi professionali specializzati, mentre il 19% sta valutando l’idea. Ci si aspetta, quindi, una notevole crescita rispetto al 27% di tasso di adozione attuale.
Lenovo si è anche interessata a capire l’orientamento delle aziende sul tipo di infrastruttura di calcolo e storage da utilizzare nei progetti di intelligenza artificiale. Tra le aziende del campione, il 65% impiega un’architettura on-premise o ibrida, il 18% si appoggia al cloud pubblico. Per quanto riguarda i Pc, il 35% già utilizza modelli di nuova generazione, ottimizzati per l’intelligenza artificiale, ovvero AI Pc, e più precisamente il 10% li ha già adottati ampliamente e il 25% li sta sperimentando. Il restante 65% ha pianificato o sta valutando di utilizzarli.
"I mercati Emea presentano un panorama diversificato di adozione dell'AI”, ha commentato Per Overgaard, general manager Emea dell’Infrastructure Solutions Group di Lenovo, “ma è chiaro che la maggior parte delle aziende ha superato la fase di hype iniziale e ha spostato l'attenzione dalla sperimentazione alla piena implementazione. Mentre le aziende Emea cercano di cogliere le opportunità di crescita offerte dall'AI, la loro preferenza per una combinazione di hardware AI on-premise e ibrido è guidata dalla necessità di mantenere il controllo sulla sicurezza e sulla privacy dei dati, elementi cruciali per la gestione delle informazioni sensibili e per garantire la conformità normativa”.
Le priorità delle aziende italiane
Quali sono le priorità, quando si affronta un progetto di intelligenza artificiale, e come vengono affrontate? Tra gli intervistati italiani, i temi più citati tra le priorità sono la compliance (34%) e la sicurezza IT (32%), mentre come strategia prevalente si punta sullo sviluppo di capacità di data management (40%, valore più alto tra i Paesi inclusi nel campione).
Tra le aziende italiane l’uso del cloud pubblico per i carichi di lavoro AI è sopra la media Emea, ma con variazioni legate al settore di appartenenza. Siamo invece sotto alla media per quanto riguarda gli AI Pc: solo il 4% delle aziende già utilizza gli AI Pc.
A ostacolare i progetti sono soprattutto la latenza delle applicazioni (26%), i costi (20%), la gestione delle aspettative della dirigenza (20%) e difficoltà legate al supporto del management e alla distribuzione del budget (18%).
“L’adozione dell’intelligenza artificiale in Italia sta accelerando, ma è evidente che molte Pmi si trovano ancora ad affrontare sfide legate all’accesso alle competenze e alle tecnologie”, ha commentato Alessandro de Bartolo, general manager Italy dell’Infrastructure Solutions Group di Lenovo. “Crediamo fortemente che rendere l’AI disponibile come servizio sia la chiave per democratizzare l’innovazione e permettere a tutte le imprese, indipendentemente dalla loro dimensione, di coglierne i benefici. Le nostre infrastrutture, progettate per unire potenza computazionale e sostenibilità, offrono soluzioni concrete, scalabili e responsabili. L’AI rappresenta un’opportunità strategica per l’internazionalizzazione del tessuto imprenditoriale italiano, e il nostro impegno è quello di accompagnare le aziende in questo percorso di trasformazione”.