05/08/2025 di redazione

Le Big Tech rincorrono l’intelligenza artificiale, ma con quali soldi?

Tim Cook non esclude, per Apple, acquisizioni più corpose di quelle fatte in passato. Meta cederà asset per 2 miliardi di dollari ma ne spenderà centinaia.

L’intelligenza artificiale costa. Per restare al vertice della competizione mondiale, le Big Tech come Microsoft, Amazon, Alphabet, Apple, Meta e OpenAI stanno investendo ciascuna decine o anche centinaia di miliardi di dollari, destinati in buona parte al potenziamento della capacità di calcolo del proprio “footprint”, dunque alla costruzione di nuovi data center e al potenziamento di quelli esistenti. Ci sono, poi, le necessità di ricerca e sviluppo, e quindi gli investimenti in personale esperto di dati e di AI (mentre altrove, in altri dipartimenti, si licenzia anche in massa per ottimizzare e tagliare i costi). E c’è la terza via delle partecipazioni e delle acquisizioni: un modo rapido, anche se dispendioso, per accaparrarsi tecnologie e talenti già formati (un esempio recente è l'investimento di Meta su ScaleAI, di cui si è accaparrata anche il fondatore 28enne Alexandr Wang).

Le possibili acquisizioni di Apple

Di questi giorni sono due notizie che gettano luce sulle diverse strategie di Apple e Meta, due colossi tecnologici che operano in mercati differenti, ma entrambi coinvolti nella grande arena dell’AI. “Siamo molto aperti alle fusioni e acquisizioni che accelerano la nostra tabella di marcia”, ha dichiarato Tim Cook a margine della pubblicazione dei risultati trimestrali di Apple, segnati da un incremento di ricavi del 10% anno su anno. “Non siamo vincolati ad aziende di una particolare dimensione, anche se quelle acquisite finora quest’anno sono piccole. In sostanza, valutiamo se un’azienda possa aiutarci ad accelerare le roadmap, e se è così allora ci interessa”. Parole che hanno dato il via a speculazioni sulla possibilità che Apple acquisisca, prossimamente, non l’ennesima startup ma un’azienda di grandi dimensioni e già affermata sulla scena dell’intelligenza artificiale.

Magari anche, secondo alcuni rumors, la francese Mistral AI, già battezzata come il “campione europeo” dell’intelligenza artificiale (che a quel punto, se comprata da Apple, diventerebbe un po’ più statunitense) e arrivata a una capitalizzazione di mercato di circa 6 miliardi di dollari. Le indiscrezioni di Bloomberg News, invece, puntavano su una possibile acquisizione di Perplexity.

I data center per la “superintelligenza” di Meta

Su Meta, invece, le ultime novità sul tema AI rimandano alle dichiarazioni di Mark Zuckberg sulla “superintelligenza” che sarà integrata negli smart glasses e che potremmo vedere come una strategia tecnologica alternativa al già decantato e mai decollato metaverso. Per finanziare questo e altri progetti, l’azienda cederà alcuni “asset di data center”, terreni e lavori in corso già riconvertiti, per un valore di oltre 2 miliardi di dollari.

Si tratta comunque solo di una piccola parte dei “centinaia di miliardi di dollari” che, da dichiarazioni di Zuckerberg, l’azienda investirà nei prossimi anni per realizzare nuovi data center di scala multi-gigawatt dedicati all’AI. Non a caso, l’azienda ha appena annunciato un incremento delle spese in conto capitale previste per quest’anno. “Investiremo miliardi di dollari in capacità di calcolo per costruire la superintelligenza”, ha scritto il Ceo sul social media Threads. “Abbiamo, proveniente dalle nostre attività, il capitale per farlo”.

La prima di queste infrastrutture, battezzata Prometheus, sorgerà in Ohio (più precisamente a New Albany) e dovrà entrare in funzione nel corso del 2026. Per il secondo data center annunciato, Hyperion, ubicato in Louisiana, i tempi di lancio sono più lunghi: si pensa al 2030, con l’ambizione di fornire fino a 5 gigawatt di potenza computazionale. 

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