La nuvola è nel segno dell’open source. Pivotal e Canonical hanno annunciato che Ubuntu Linux è diventato ufficialmente il sistema operativo di riferimento della piattaforma di sviluppo Cloud Foundry. In questo modo i clienti potranno sfruttare sistemi di aggiornamento e di distribuzione delle patch semplici e immediati, tenendo al sicuro tutto l’ambiente in cloud. Canonical fornirà quindi a Pivotal le immagini certificate della distribuzione Linux più diffusa al mondo, dando la possibilità di accedere al livello di supporto numero tre. Inoltre, le due aziende stanno lavorando per create e formalizzare un insieme di certificazioni di sicurezza per l’utilizzo di Ubuntu sulla piattaforma di sviluppo cloud native. Questo aspetto della partnership verrà dettagliato più avanti nel corso dell’anno.
Pivotal e Canonical collaboravano però già da tempo, almeno da quando il progetto di Cloud Foundry uscì dall’ala protettrice di Vmware (dove era nato) in seguito allo spin out della stessa Pivotal dall’azienda focalizzata sulla virtualizzazione. “Una stretta cooperazione tra le società ha portato vantaggi a entrambe le comunità, ai partner e ai clienti”, ha sottolineato Canonical in una nota. E ora l’obiettivo è intensificare ancora di più questo partenariato.
Nata per ottimizzare lo sviluppo, la distribuzione e il funzionamento delle applicazioni native sulla nuvola, Cloud Foundry dà agli developer strumenti per implementare, gestire e scalare gli applicativi all’interno di ambienti pubblici e privati, di linguaggi di sviluppo, di framework e servizi. Completamente aperta, la piattaforma supporta infatti, per esempio Spring for Java, Ruby on Rails, Sinatra for Ruby, Node.js e i recenti framework Python (Django e Flask).