07/11/2017 di Redazione

Lo slide to unlock è di Apple, Samsung incassa una sconfitta

La Corte Suprema statunitense ha deciso di negare all'azienda sudcoreana il processo d'appello, con cui Samsung sperava di evitare il pagamento di una multa da 120 milioni di euro. Il gesto dello scorrimento del dito sullo schermo dello smartphone, insomm

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Mentre era impegnata a prendere in giro l'iPhone con un video che sottolinea la superiorità degli smartphone Galaxy, Samsung ha dovuto incassare una sconfitta nella lunga vicenda processuale che la contrappone a Apple per questioni di brevetti: la Corte Suprema statunitense ha risposto con un no alla richiesta dell'azienda sudcoreana di andare il appello per rivedere la sentenza di colpevolezza sulla tecnologia slide to unlock. Il gesto di far scorrere un dito (tipicamente, il pollice) da sinistra a destra sullo schermo per sbloccare il telefono è stato brevettato dalla società di Cupertino nel 2011. Da allora nuovi metodi, gesti e pulsanti hanno fatto la loro comparsa sugli smartphone, ma il movimento dello slide to unlock rimane nell'immaginario collettivo come associato all'uso dei dispositivi mobili. (Con il lancio di iOS 10 Apple ha deciso di pensionarlo, sostituendolo con il comando Press Home to Unlock e generando un po' di scontento fra i nostalgici).

Un anno fa, la Us Court of Appeals del Circuito Federale si era espressa a favore di Apple: Samsung ha effettivamente usato senza permesso sia questa tecnologia, sia quella di quick link, che permette di trasformare un numero di telefono, un indirizzo email o un altro elemento in un link che genera un'azione diretta. Il tribunale aveva, quindi, deciso per Samsung una multa da 120 milioni di dollari. Il punto interrogativo rimasto sull'ipotesi di un appello è ora scomparso, per lasciar posto al “no” della Corte Suprema. La società dei Galaxy ha commentato la decisione sottolineando che la richiesta era motivata dalla necessità di “ristabilire standard equi, che promuovano l'innovazione, e prevenire abusi nel sistema dei brevetti”. Dalla sentenza di primo grado, a detta di Samsung, la rivale otterrà un “ingiusto profitto”.

 

 

 

Incassata questa sconfitta, Samsung dovrà ora focalizzarsi sulla partita principale, quella da quasi 400 milioni di dollari, ancora in corso. Un'altra battaglia di brevetti, anch'essa cominciata in tribunale nel 2011, riguarda tecnologie registrate da Apple come quelle che permettono di eseguire lo zoom, lo scrolling delle pagine e l'interazione multi-touch sullo schermo del telefono. Una sentenza del 2014 aveva giudicato Samsung colpevole di plagio, stabilendo una multa da 930 milioni di dollari, poi ribassata a 399 milioni.

Lucy Koh, il giudice distrettuale che si è occupato fin dall'inizio della vicenda (“Preferirei non dover continuare a far questo fino alla pensione”, ha scherzato recentemente ai microfoni della stampa americana) aveva però concesso a Samsung di riaprire il processo per concentrarsi sulla valutazione della cifra corretta. Dal 14 maggio dell'anno prossimo, quindi, l'azienda madre dei Galaxy dovrà impegnarsi per cercare di ridurre l'importo, dimostrando in che misura e in quali modelli siano stati usati i brevetti di Apple.

 

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