05/09/2025 di Valentina Bernocco

OpenAI, il primo chip proprietario potrebbe arrivare nel 2026

Secondo indiscrezioni, Tsmc avvierà già l’anno prossimo la produzione del processore a 3 nm, sviluppato dall’azienda di Sam Altman in collaborazione con Broadcom.

OpenAI avrà il suo chip per l’intelligenza artificiale proprietario, anche grazie a Broadcom. Spuntano, attraverso il Financial Times, nuovi rumors sulla strategia che l’azienda di Sam Altman avrebbe scelto di seguire per rafforzarsi nel campo dei Large Language Model e dei servizi costruiti su di essi: una strategia che non prevede di rinunciare alle forniture di Gpu di Nvidia e Amd, ma che a questo associa l’uso di processori custom, sviluppati internamente. O meglio, sviluppati in tandem con Broadcom.

Questo riportano le nuove indiscrezioni, che fanno seguito a quelle circolate già l’anno scorso tramite fonti cinesi. In quell’occasione si era parlato della possibile scelta di Tsmc come produttore del futuro chip, ipotesi che i nuovi rumors di questa settimana confermano. Secondo le fonti del Financial Times, la produzione sarà avviata nel 2026 in fabbriche di Tsmc che impiegano tecnologia di processo a 3 nanometri.

Ridurre la dipendenza da Nvidia

Gli obiettivi primari che OpenAI conta di raggiungere sono ridurre la dipendenza da Nvidia e riuscire a tagliare i costi. Come noto, negli ultimi anni c’è stata una corsa all’acquisto di Gpu destinate all’addestramento di Large Language Model e all’inferenza, una corsa che ha visto impegnati i principali fornitori di cloud computing come Amazon, Microsoft e Google, ma anche altre Big Tech che usano l'AI all'interno delle proprie piattaforme, come Meta e le aziende di Elon Musk (xAI e X) e anche grandi realtà del software e dell’hardware quali Oracle e Ibm.

La forte domanda di Gpu Hopper e Blackwell ha alimentato il giro d’affari di Nvidia, diventata oggi una società da oltre 4.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato. L’amministratore delegato, Jensen Huang, senza falsa modestia ha recentemente definito Blackwell come la piattaforma di calcolo che sta al centro di tutta la corsa all’intelligenza artificiale.

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Un bell’affare per Broadcom

Secondo le fonti, almeno inizialmente il chip non sarà commercializzato, bensì verrà usato da OpenAI internamente, per migliorare l’efficienza dei propri modelli di intelligenza artificiale. Broadcom è coinvolta non solo nella progettazione del processore, ma anche negli aspetti di fornitura, logistica e produzione su larga scala.

L’amministratore delegato di Broadcom, Hock Tan, nel commentare gli ottimi risultati della trimestrale (30 miliardi di dollari statunitensi di ricavi, dato in crescita del 44% anno su anno) ha dichiarato di aspettarsi per il 2026 un significativo incremento di fatturato legato all’hardware per l’intelligenza artificiale. Merito anche di un contratto di fornitura da 10 miliardi di dollari firmato con un nuovo cliente, di cui il Ceo di Broadcom non ha fatto il nome: il pensiero va naturalmente a OpenAI.

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