27/09/2023 di Redazione

Oracle rilancia su database, AI generativa e alleanze in cloud

L’accordo per portare le tecnologie di database su Azure, ma anche le novità di Fusion Cloud e di Database 23c e i nuovi strumenti per sviluppatori.

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Oracle non perde la focalizzazione sulle tecnologie di database che hanno segnato la sua storia, ma guarda anche alle nuove frontiere dell’intelligenza artificiale generativa abbinata al cloud. L’alleanza con Microsoft e con l’infrastruttura di Azure è la notizia rimbalzata ovunque dopo l’annuncio, giorni fa, alla conferenza Oracle CloudWorld tenutasi a Las Vegas. Un’alleanza già in piedi da tempo, ma che ora si rafforza nettamente con il debutto delle applicazioni database di Oracle nei data center della società di Redmond.
 

Di fatto, le tecnologie di database autonomo di Oracle verranno ospitate su Azure, che diventa l’unica altra infrastruttura cloud (accanto alla Oracle Cloud Infrastructure, Oci) a poterle proporre. “Durante il CloudWorld è stata ribadita la volontà dei due colossi di lavorare insieme sul mercato”, ha raccontato alla stampa Andrea Sinopoli, vicepresidente e  country leader Cloud Tech di Oracle, di ritorno da Las Vegas. “Per clienti, poter scegliere tra Azure e la Oracle Cloud Infrastructure è una opportunità in più”. 
 

L’accordo con Microsoft spiegato da Oracle
Azure rappresenta quindi un’alternativa tecnologica per le aziende interessate alle tecnologie di database di Oracle, e soprattutto per la pletora di aziende che già hanno spostato carichi di lavoro infrastrutturali o che fruiscono di applicazioni SaaS nel cloud di Microsoft. Per Oracle, specularmente, Azure è un volano commerciale per raggiungere con le proprie tecnologie di database un maggior numero di clienti. “Per i clienti poter scegliere tra Azure e Oci è un'opportunità in più”, ha rimarcato Sinopoli. “Siamo entrati nel mondo degli hyperscaler dopo altri, e la possibilità di usare i nostri database su Azure è interessante specie per i clienti che hanno già iniziato dei percorsi di datificazione su quella piattaforma. Negli altri casi credo che Oci possa offrire servizi, non solo di database, anche superiore ai concorrenti”.

 

L’alleanza con Microsoft, dunque, può convivere (dal punto di vista sia tecnologico sia commerciale) con l’interesse di Oracle a promuovere la propria infrastruttura cloud, come la società ha fatto con forza negli ultimi anni.  “La nostra strada sarà sempre quella di portare i nostri clienti all’interno di Oci per l’intero stack tecnologico”, ha proseguito Sinopoli. “Oggi l’investimento fatto anni fa sulle performance, scalabilità, sicurezza del nostro cloud ci dà un vantaggio. A Las Vegas Larry Ellison ha spiegato molto bene di aver pensato in modo lungimirante, anni fa, alla reingegnerizzazione di Oci, investendo sulla componente di automazione e sulla sicurezza. E oggi ci troviamo ad avere una piattaforma cloud che è lo stato dell'arte per poter addestrare e distribuire gli algoritmi di AI generativa nel modo più efficiente e ottimizzato possibile”.
 

“Dal punto di vista tecnologico Oracle va verso l’apertura, ma questa è anche un’operazione di apertura del mercato”, ha aggiunto Giovanni Ravasio, vicepresidente e country leader Cloud Applications. “L’accordo tra Microsoft e Oracle dà un messaggio alle aziende, quello di non dover essere costrette a pagare una fee per spostare i dati da un cloud all’altro”.  

 

Da sinistra, Giovanni Ravasio (VP e country leader Cloud Applications), Simona Menghini (Communication Director) e Andrea Sinopoli (VP e country leader Cloud Tech), nella sede Oracle di Milano

 

Oci si rinnova con lo stato dell’arte di Nvidia e Ampere 

A dimostrazione del fatto che Oracle continua a investire anche nella propria infrastruttura cloud ci sono gli accordi stretti con Nvidia e Ampere Computing. A breve su Oci saranno disponibili nuove istanze di calcolo basate sulle Gpu Nvidia H100 Tensor Core e Nvidia L40S e sulle Cpu AmpereOne. Nel dettaglio, per velocizzare l’addestramento di modelli di AI di grandi dimensioni (come i large language model e i sistemi di raccomandazione) saranno disponibili istanze Oci Compute Bar Metal basate su unità di calcolo grafico Nvidia H100, anche su Oci Supercluster nel caso serva una particolare potenza di elaborazione associata a latenza minima. Entro la fine dell’anno è previsto il debutto nelle Cloud Region di Londra e Chicago, a cui seguiranno altre geografie.

Le istanze Oci Compute Bare Metal basate su Gpu Nvidia L40S, rappresenteranno, invece un’opzione alternativa per gestire carichi di lavoro come l’inferenza e l'addestramento di modelli AI di piccole e medie dimensioni. Le istanze Oci Compute A2 alimentate da Cpu Ampere AmpereOne, terza novità, vanteranno il miglior rapporto prezzo-prestazioni e un elevato numero di core, e vengono suggerite da Oracle per gestire carichi di lavoro cloud di tipo generale, come l’esecuzione di Web server, la transcodifica video, la gestione delle richieste di inferenza AI basate su Cpu. In questo caso, per il debutto si dovrà aspettare il 2024.

“I modelli dell’AI generativa richiedono di essere allenati su basi di dati enormi”, ha osservato Ravasio. “Il fatto di aver stretto alleanze con Nvidia e Ampere mette Oracle in una posizione quasi unica, dotandola di una  potenza di calcolo enorme al servizio dell’AI generativa”.
 

Giovanni Ravasio, VP e country leader Cloud Applications di Oracle Italia


Un servizio gestito per l’adozione dell’AI generativa
A proposito di intelligenza artificiale, un ulteriore annuncio arrivato da Las Vegas è il debutto (per ora in disponibilità limitata) di un servizio gestito che aiuta le aziende a integrare i large language model nelle proprie applicazioni, utilizzando un’API. Oracle Cloud Infrastructure Generative AI, questo il nome, è stato creato in collaborazione con Cohere e garantisce a chi lo utilizza la sicurezza e riservatezza sui propri dati.

Una volta in disponibilità generale, il servizio e i modelli di Cohere proposti funzioneranno in sinergia con AI Vector Search, una funzionalità di Oracle Database 23c per la cosiddetta retrieval-augmented generation, ovvero una tecnica di AI generativa che unisce modelli linguistici preaddestrati e dati aziendali proprietari. Oracle ha spiegato che questo stesso servizio farà da base per le funzionalità di intelligenza artificiale generativa che saranno via via integrate nelle proprie applicazioni Software as-a-Service, tra cui Oracle Fusion Cloud Applications Suite, Oracle NetSuite e soluzioni verticali come Oracle Cerner.

L’AI generativa potenzia le applicazioni Fusion e Oracle Database
Il percorso di integrazione dell’AI generativa all’interno delle applicazioni SaaS è già cominciato. Sono una cinquantina le nuove funzionalità al debutto dei diversi applicativi della suite Fusion Cloud. Una parte di esse riguarda la creazione di contenuti assistita, attraverso un motore di intelligenza artificiale che indica procedure o dà suggerimenti all’interno di Fusion Erp, Fusion Scm (Supply Chain Management), Fusion Hcm (Human Capital Management) e Fusion Cx (Customer Experience).

C’è poi una novità chiamata Fusion Data Intelligence: una piattaforma di gestione dei dati, analytics e AI che aiuterà i clienti delle applicazioni Oracle Fusion Cloud (Erp, Hcm, Scm e Cx) a ottenere insight, pipeline automatizzate, modelli di dati, modelli di AI/ML prescrittivi,analisi interattive e altro ancora. Si tratta di funzionalità “pronte all’uso” che hanno alle fondamenta i  servizi di Data Lakehouse di Oracle Cloud Infrastructure, tra cui Oracle Autonomous Database e Oracle Analytics Cloud.

E non è tutto, per quanto riguarda la GenAI. L’azienda ha annunciato che all’interno di Oracle Database 23c (ora in disponibilità generale tramite Oci) debutteranno nuove funzionalità di ricerca semantica. Nella già citata funzionalità chiamata AI Vector Search sono racchiusi un nuovo tipo di dati vettoriali, indici vettoriali e operatori SQL che consentono a Oracle Database di memorizzare in formato vettoriale il contenuto semantico di documenti, immagini e altri dati non strutturati.

In parole semplici, Database 23c potrà essere usato per interrogare ed eseguire ricerche sia su dati aziendali strutturati, sia su dati non strutturati, senza quindi dover utilizzare due o più strumenti differenti (e senza la necessità di particolari competenze tecniche) e con ovvi vantaggi di rapidità. I modelli semantici permetteranno di identificare relazioni complesse tra dati aziendali. Nelle applicazioni basate su Oracle Database e Autonomous Database si potrà aggiungere una interfaccia conversazionale per interrogare i dati con query scritte in linguaggio naturale.

 

Andrea Sinopoli, VP e country leader Cloud Tech di Oracle Italia


Le novità di AI generativa per gli sviluppatori
L’AI generativa sarà usata da Oracle anche per migliorare gli strumenti rivolti agli sviluppatori, come APEX e SQL Developer, in cui sarà possibile usare il linguaggio naturale e generare query con SQL senza dover scrivere codice. In APEX, inoltre, verrà introdotta una funzionalità integrata di automazione del flusso di lavoro e dei processi, con cui sarà possibile in pochi click richiamare azioni, sollecitare approvazioni, inviare email e altro ancora.

“Poter sviluppare applicativi generando codice, anziché scrivendolo, è una garanzia dell’assenza di falle di sicurezza, perché si elimina l’errore umano”, ha sottolineato Ravasio. “L’uso dell’AI comporta innanzitutto l’assenza di bug e inoltre vantaggi di velocità, azzeramento di costi e aggiornamenti degli applicativi quasi immediati. Inoltre aiuta a entrare in settori nuovi più velocemente. E tutto questo, per noi di Oracle, si associa al fatto che siamo nativamente cloud, quindi possiamo rilasciare le nuove funzionalità in ambito applicativo in contemporanea per tutti”.

 

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