30/12/2011 di Redazione

Perdere i dati: la top ten 2011 di Kroll Ontrack

La società specializzata in recupero file ha stilato, come ogni fine anno, la classifica dei casi più bizzarri di danneggiamento di hard disk o di cancellazioni accidentali. Dai bagni di birra ai fulmini.

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Fra le consuete classifiche di fine anno, Kroll Ontrack ha stilato la sua tradizionale top ten decisamente sui generis: quella dei casi più curiosi di perdita di dati verificatisi nel corso del 2011. Episodi che potrebbero suonare come leggende metropolitane, se a testimoniarne la veridicità non fosse un'azienda specializzata in recupero dati da hard disk e unità esterne, attiva da 25 anni.

Dai Caraibi, a Londra, agli States, i casi che si sono meritati una citazione in classifica potrebbero far pensare a errori umani dettati da incompetenza, ma dimostrano anche come spesso una piccola distrazione o un gesto compiuto sovrappensiero possano causare danni considerevoli, come la perdita di dati personali, materiale lavorativo o ricordi privati. Senza tralasciare un margine di fatalità, come nei casi di calamità naturali.

Al decimo posto della hit parade di Kroll Ontrack si piazza una non meglio identificata attrice sbadata, che ha cancellato il suo intero portfolio e il suo book fotografico selezionando un drive Usb sbagliato. Grazie all'intervento degli esperti tutte le immagini sono state recuperate.

L'episodio classificatosi al nono posto dimostra invece come anche gli "esperti" (o presunti tali) possano sbagliare: per aumentare le prestazioni di un server virtuale, un amministratore IT ne ha diviso la partizione C e D su due sistemi differenti. Poiché lo spazio disponibile era esaurito, l'addetto ai lavori ha pensato bene di consolidare C e D all'interno dello stesso sistema, senza però accorgersi che nella posizione di destinazione esisteva già una convenzione di nomi identica. Risultato: l’amministratore ha copiato i dati sopra importanti informazioni.

In ottava posizione troviamo un caso altrettanto comune di errore umano, dovuto non a procedure di salvataggio poco attente, ma a un'operazione ancora più banale: lasciare il computer a contatto con oggetti magnetici.  Lo sbadato utente ha sistemato un notebook su una scrivania vicino ad alcuni magneti, e nel momento dell'accesione il portatile non ha dato segni di vita. La procedura di recupero ha però rianimato il Pc, il cui hard disk non aveva subito danni fisici.

Il settimo episodio potrebbe dare manforte a chi sostiene che troppe pause caffè danneggiano la produttività aziendale. Mentre i dipendenti di una società erano intenti a sorseggiare le loro bevande, una catena di eventi ha portato alla perdita di importanti dati finanziari: dapprima un'interruzione di corrente ha fatto spegnere i server contenenti le informazioni di bilancio; l'unità Ups ha temporamente mantenuto accesi i computer, finché la batteria non si è esaurita mandando il server in crash. Immersi nei loro drink, i "lavoratori" non si sono accorti di nulla.

Sul sesto gradino si passa dal caffè alla birra, protagonista del classico "incidente" che con qualche variante si può verificare facilmente tra le pareti domestiche o in ufficio. Siamo invece in un pub, dove una cameriera ha rovesciato uno dei boccali di birra che stava portando al tavolo di due manager sul notebook di uno dei due. Il computer conteneva i piani di business oggetto dell'incontro d'affari fra i due uomini.

A metà classifica troviamo la dimostrazione che il fumo fa male, non solo alla salute ma anche alle tecnologie. In un magazzino contenente sostanze chimiche, giustamente protetto dal divieto di fumare, una guardia di sicurezza neoassunta stava effettuando il suo primo giro di controllo. La concessione di una sigaretta a fine turno ha fatto scattare l'allarme e i 44 computer desktop e i due server presenti nell'edificio sono stati sommersi dall’acqua del sistema antincendio.

Quarto posto, invece, per un disastro sventato. Per evitare di arrivare in ritardo a una riunione di lavoro, un impiegato del reparto IT ha collocato un nastro magnetico su una cassaforte anziché al suo interno, certo non immaginando che di lì a un'ora la città sarebbe stata colpita da un terremoto. Senza la protezione della cassaforte, il nastro - contenente un anno di animazioni Tv e Web - ha subito degli urti, per poi essere travolto da fango, acqua e sabbia. Miracolosamente, il contenuto è stato poi recuperato.

Conquista i gradino più basso del podio un fotografo freelance, ritrovatosi in mezzo a un violento corteo di protesta a Londra. Alcuni manifestanti, accortisi di essere ripresi, hanno distrutto fotocamera e prove delle violenze. Anche in questo caso i video sono stati recuperati, per la gioia delle forze dell'ordine e del coraggioso fotoreporter.  

Secondo classificato è niente meno che un cane, responsabile della perdita di migliaia di immagini di proprietà dei suoi padroni, una coppia di fidanzati. Il disco rigido esterno contenente l'intera libreria di foto in alta risoluzione, proveniente dallo studio fotografico della donna, è caduto dal tavolo su cui era poggiato a causa dei vigorosi colpi di coda dell'animale, scodinzolante di fronte a un'amica della coppia entrata in casa per una visita di cortesia.

Vincitore della bizzarra top ten è invece un caso di "tripla sfortuna": in un'isola dei Caraibi un fulmine ha causato un incendio e ridotto in fumo una casa. I server posizionati nell'edificio sono stati prima danneggiati dalle fiamme e poi bagnati dalla squadra dei pompieri intervenuti sul posto. Terzo danno l'ha fatto il tempo, perché l'abitazione è rimasta inagibile per parecchi giorni, durante i quali i dispositivi hanno iniziato a corrodersi. Anche questo caso termina con un lieto fine, celebrato nella camera bianca di Kroll Ontrack.

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