24/06/2024 di Valentina Bernocco

Ritardi e alleanze (con Meta) per l’intelligenza artificiale di Apple

A causa di “incertezze regolatorie” legate al Digital Markets Act europeo, non arriveranno entro quest’anno sugli iPhone e sui Mac alcune funzionalità di Apple Intelligence.

Apple si è presa i suoi tempi per portare l’intelligenza artificiale generativa sugli iPhone e sui computer Mac, ma ora la strategia è stata finalmente annunciata. Tuttavia la tecnologia di Apple Intelligence in Europa arriverà in ritardo: non debutterà ancora in iOS 18 e macOS Sequoia, non prima del 2025, a causa di “incertezze regolatorie” legate al  Digital Markets Act dell’Unione Europea. Lo ha comunicato la stessa azienda, riferisce Reuters. 

Apple Intelligence è sostanzialmente il substrato software di machine learning sviluppato a Cupertino, e che consentirà di generare testi, immagini, emoji personalizzati attraverso varie applicazioni di iOS e macOS. Il debutto è fissato a livello mondiale sugli iPhone 15 Pro, iPhone 15 Pro Max, sugli iPad e Mac con processore M1 e versioni successive.

Ma anche altre due novità software sono, per ora, in stand by nel mercato europeo. Una è iPhone Mirroring, una tecnologia che permetterà di visualizzare lo schermo del melafonino sui computer con sistema operativo macOS Sequoia. L’altra è SharePlay Screen Sharing, un aggiornamento della funzione di condivisione schermo di FaceTime. 

Come noto, Apple rientra nella rosa dei gatekeeper, i colossi tecnologici globali che “filtrano”, cioè aprono e chiudono i cancelli del business legato ai servizi digitali. Per evitare abusi di posizione dominante, il nuovo regolamento europeo impone ad Alphabet (e dunque a Google), Amazon, Apple, ByteDance (Tiktok), Meta (Facebook, Instagram e Whatspp) e Microsoft di garantire un certo grado di interoperabilità tra i propri e altri servizi. Le multe previste potranno raggiungere fino al 10% dei ricavi globali dell’azienda inadempiente.

“Nello specifico, siamo preoccupati che i requisiti di interoperabilità del Digital Markets Act possano forzarci a compromettere l’integrità dei nostri prodotti in modi che mettono a rischio la privacy degli utenti e la sicurezza dei dati”, ha scritto Apple in una email, riferisce Reuters. “Ci impegniamo a collaborare con la Commissione Europea per cercare di trovare una soluzione che ci permetta di offrire queste funzionalità ai clienti in Unione Europea, senza compromettere la loro sicurezza”.

(Immagine: Apple)

(Immagine: Apple)

Non è un mistero, d’altra parte, che Apple abbia sempre citato la sicurezza e la privacy tra le ragioni della chiusura del proprio ecosistema tecnologico di software  e servizi. Ne sono esempi i limiti imposti agli sviluppatori che pubblicano applicazioni su App Store. A tal proposito, è di oggi la notizia: la Commissione Europea ha inviato a Apple i risultati preliminare dell’indagine antitrust avviata lo scorso marzo, proprio in merito alle regole di funzionamento di App Store.

L’antitrust europeo, in particolare, ritiene che l’azienda impedisca agli sviluppatori di pubblicizzare canali alternativi all’App Store per il download o gli acquisti in-app (se non attraverso l’inserimento di link a pagine esterne al marketplace). Sotto esame ci sono anche i termini contrattuali imposti a chi pubblica su App Store e le commissioni che Apple trattiene sui guadagni degli sviluppatori. L’azienda sostiene di aver introdotto, negli ultimi mesi, diverse modifiche per assecondare il Digital Markets Act. “Siamo fiduciosi che il nostro piano sia conforme alla legge”, ha fatto sapere Apple, “e stimiamo che oltre il 99% degli sviluppatori pagherebbero le stesse cifre oppure meno con i nuovi termini contrattuali da noi creati”.

C’è in prima pagina una terza notizia che porta a Cupertino, ma anche a Menlo Park: secondo indiscrezioni del Wall Street Journal, rappresentanti di Apple e Meta avrebbero discusso una possibile collaborazione in area intelligenza artificiale. L’ipotesi è che il large language model sviluppato da Meta possa essere integrato in Apple Intelligence, e dunque negli iPhone.

L’indiscrezione si aggiunge a quelle che, negli ultimi mesi, hanno indicato altre trattative in corso fra Apple e potenziali partner tecnologici sempre in ambito intelligenza artificiale. Alla Worldwide Developer Conference di inizio mese Apple ha annunciato la prossima integrazione di ChatGpt in Siri, ma secondo i rumors starebbe anche esplorando alleanze alternative per coprire mercati come la Cina, dove il chatbot di OpenAI è vietato. Apple ha intavolato discussioni anche con Anthropic, uno tra i principali rivali di OpenAI, su cui hanno già investito anche Google e Amazon.

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