24/10/2015 di Redazione

Spiati o protetti? Agli italiani le videocamere non dispiacciono

Il 94% degli intervistati in un sondaggio di D-Link non ritiene che le la presenza di videocamere di sorveglianza leda la propria privacy, ma anzi apprezza il loro utilizzo in operazioni di indagine. Il 40% confida che le immagini vengano trattate nel ris

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Spiati? Sì, purché a fin di bene. Agli italiani non dispiace troppo la presenza di videocamere di sorveglianza posizionate in luoghi pubblici o commerciali, o almeno così emerge da un’indagine svolta da D-Link. Fra gli intervistati dal vendor (che non specifica quale sia il campione del suo sondaggio), ben il 94% ha detto di non ritenere questi apparati come una violazione della privacy. Una percentuale ancor più alta, il 97%, crede inoltre che le registrazioni di sicurezza siano utili come strumento di indagine o di supporto alla giustizia.

Decisamente più piccola, 39%, è la quota di coloro che si sono detti fiduciosi sul fatto che le immagini registrate vengano trattate nel rispetto della legge. Parlare di spionaggio o di violazione della privacy, in ogni caso, risulta fuori luogo perché la legge prevede che negli ambienti videosorvegliati siano affissi avvisi che segnalano la presenza delle videocamere e d’altra parte questi apparati sono solitamente collocati in bella mostra per agire da deterrente.

In effetti, dal sondaggio di D-Link risulta che la maggioranza delle persone, il 51%, è solita accorgersi delle videocamere non appena entra nell’ambiente sorvegliato, mentre c’è un 28% che nemmeno fa più caso alla loro presenza o assenza. Il 20%, invece, nota i cartelli di avviso. Considerando le sole risposte di chi identifica il sistema di videosorveglianza, fra costoro la percentuale di persone infastidite dalle videocamere sale all’11%.

Questa ricerca”, ha commentato Alessandro Taramelli, country manager di D-Link Italia, “conferma che i sistemi di videosorveglianza sono ormai completamente accettati e, anzi, sono ritenuti utili per la tutela della legalità, come hanno dimostrato i casi di cronaca nel corso degli ultimi anni. Capiamo però che la presenza ingombrante di videocamere possa creare diffidenza da parte del consumatore. eEco perché i modelli più moderni sono dispositivi discreti, dalle funzionalità avanzate e curati nel design, che consentono di sorvegliare ambienti ampi senza infastidire i clienti, lasciando il compito di deterrenza e di corretta informazione ai cartelli previsti dalla legge sulla privacy”.

 

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