L’impatto del covid-19 sull’economia italiana è stato così dirompente da spingere l’Agcom ad avviare la scorsa primavera un Osservatorio dedicato al fenomeno. E i primi risultati mostrano che il settore della tecnologia e delle telecomunicazioni si è difeso meglio di altri, pur risentendo inevitabilmente della crisi economica attuale. Nei primi sei mesi del 2020, a fronte di una diminuzione del 10,6% del Pil nazionale, i ricavi del settore (comprensivo di comunicazioni elettroniche, radiotelevisione, editoria, Internet e servizi postali) sono calati “soltanto” del 7,1%.
Nel segmento delle telecomunicazioni la contrazione dei ricavi è stata del 5,7% in media e più accentuata per i servizi di rete fissa (il cui giro d’affari è sceso del 6,5%) e meno per quelli di rete mobile (-4,7%). Un andamento che si è tradotto in un taglio di 768,7 milioni di euro nei guadagni degli operatori telco.
Sebbene nei mesi estivi i consumi siano calati, in generale è cresciuto l’utilizzo di contenuti video in streaming, così come il telelavoro e la didattica a distanza: questo ha prodotto nei primi nove mesi dell'anno un forte incremento del traffico, aumentato giornalmente del 44,4% nella rete fissa e del 56,4% in quella mobile. Sempre nel periodo compreso tra inizio anno e fine settembre, il consumo medio giornaliero per linea fissa broadband si è attestato su 5,77 GB, il 40% in più rispetto al corrispondente periodo del 2019. Su rete mobile, il traffico giornaliero per singolo utente (escludendo le connessioni machine-to-machine) è di 270 MB.
Nel comparto dei media i ricavi pubblicitari sono scesi bruscamente nel secondo trimestre, segnato da un -16,8% rispetto ai tre mesi precedenti. Si è salvata solo la pubblicità sul Web, i cui ricavi sono cresciuti dell’1,9%.