22/01/2025 di Redazione

Virtualization Engine, grimaldello di Red Hat sui clienti VMware

Il big del mondo open source esce allo scoperto con Openshift e punta direttamente verso tutti coloro che stanno cercando un’alternativa alle offerte pacchettizzate di Broadcom.

Fonte: Rich Bowen

Fonte: Rich Bowen

Ormai anche Red Hat ha esplicitato l’intenzione di voler approfittare della confusione che regna intorno alle proposte VMware aggiornate al rialzo da Broadcom. La nuova release di Openshift Virtualization Engine (Ove) va proprio in questa direzione e si concentra proprio sulla migrazione delle macchine virtuali.

La tecnologia, che si integra con Advanced Cluster Management for Virtualization nonché con Ansible Automation Platform, appare come una risposta alle esigenze dei clienti che cercano un'alternativa rapida a VMware, senza voler però intraprendere una strategia di containerizzazione o passare al cloud pubblico. D’altra parte, accompagnando il nuovo lancio, Simon Seagrave, product marketing manager di Red Hat, ha indicato che "il passaggio da capacità di virtualizzazione stand alone a offerte in bundle, che spesso includono funzionalità o prodotti che non soddisfano le loro esigenze immediate, ha portato ad un aumento dei costi e a una riduzione della flessibilità per molte di queste aziende". Più chiaro di così…

Concretamente, Ove gestisce pod che operano sull'hypervisor Kvm. Funziona in locale su hardware che supporta Rhel e su servizi cloud su Aws, Microsoft Azure e Google Cloud Platform. Sono incluse numerose funzioni in una console per gestire i componenti chiave della virtualizzazione, dall'elevata disponibilità delle Vm (fencing dei nodi e ripristino del carico di lavoro), alla distribuzione delle risorse (adeguamento del cluster e riorganizzazione dei pod verso nodi più appropriati). Ma anche analisi e gestione del consumo di storage, funzionalità di configurazione della rete host tramite Kubernetes NmState, connettività delle Vm con Open vSwitch per collegare una rete locale virtuale (Vlan) e altre reti esterne e di Sd-Wan, per non parlare del monitoraggio e logging dei cluster.

Il big dell’open source ha anche annunciato Advanced Cluster Management for Virtualisation (Acm). Anche questa è una variante della versione per Kubernetes, che però gestisce solo carichi di lavoro virtuali. Acm è associata alla piattaforma di automazione Ansible, che può essere utilizzata per “migrare le Vm su larga scala”, ha sottolineato ancora  Seagrave. Infine, Ove offre agli utenti anche l'accesso al Migration Tool for Virtualization (Mtv) di Red Hat per semplificare lo spostamento dei carichi di lavoro su Openshift. L'azienda offre anche un servizio in cui i suoi esperti stimano la quantità di lavoro necessaria per completare la migrazione.

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