02/02/2018 di Redazione

Amazon tocca utili stellari: cloud ancora protagonista

Nell’ultimo trimestre del 2017 il profitto dell’azienda è raddoppiato anno su anno, a quota due miliardi di dollari. I ricavi sono stati pari a 60,5 miliardi. Il fatturato dei servizi sulla nuvola è cresciuto del 45%. Nel frattempo infuria però la polemic

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Le aziende hi-tech stanno vivendo un periodo d’oro e di riflesso il Nasdaq è ai massimi di sempre. Le ottime prestazioni in termini di vendite e contenimento dei costi si riflettono ovviamente sulle trimestrali dei gruppi. Amazon, insieme ad Apple, Microsoft e Alphabet, non fa eccezione. Nel Q4 del 2017 la “creatura” di Jeff Bezos ha raddoppiato l’utile netto su base annua, toccando quota due miliardi di dollari: il numero più grande mai raggiunto dalla società di Seattle. I conti sono stati trainati dalla stagione natalizia e anche dalla quota di nuovi iscritti al servizio di consegne rapide Prime, che nel 2017 ha visto più nuovi membri paganti rispetto a tutti gli anni precedenti. I ricavi dell’azienda sono stati di 60,5 miliardi di dollari, in salita del 38 per cento rispetto ai 43,7 miliardi del Q4 2016. L’utile per azione dopo la diluizione è stato di 3,75 dollari. Le cifre pubblicate danno conto anche dell’impatto favorevole provvisorio della riforma fiscale di Donald Trump, di cui al momento le casse del gruppo hanno beneficiato per 789 milioni di dollari.

Negli Stati Uniti l’e-commerce è ormai identificato con Amazon: per ogni dollaro speso in acquisti online ben 40 centesimi transitano sulla piattaforma di Bezos. Nel 2017, che in generale ha fruttato alla compagnia circa 178 miliardi di dollari (più 30,8 per cento) e un utile netto di tre miliardi, la società ha spedito cinque miliardi di prodotti con Prime e ha continuato a far crescere l’ecosistema di Alexa e dei prodotti Echo.

Senza contare le varie operazioni di mercato e di riposizionamento: dall’acquisizione della catena di supermercati Whole Foods a quella di Souq, passando per gli esperimenti dei Amazon Go e la ricerca di un secondo quartier generale. Dal punto di vista del business cloud, invece, Amazon Web Services ha generato ricavi trimestrali per 5,11 miliardi (in crescita del 45 per cento anno su anno) e per 17,46 miliardi su tutto il 2017.

Aws ha un run rate superiore ai venti miliardi, come spiegato dal chief financial officer Brian Olsavsky durante la call con gli analisti. Il profitto operativo del provider è salito a 1,35 miliardi, superando così le stime fornite da Factset (1,27 miliardi). Sul giro d’affari complessivo di Amazon, il contributo della componente cloud pesa ormai per il dieci per cento: tre anni fa era circa la metà. Numeri che sottolineano ulteriormente, sempre che ce ne fosse bisogno, la leadership incontrastata di Aws nel cloud pubblico.

 

 

La polemica sul braccialetto per i dipendenti

In contemporanea alla pubblicazione dei conti trimestrali, Amazon ha però dovuto fare i conti con una polemica esplosa su una nuova soluzione che la società vorrebbe adottare per migliorare la produttività dei dipendenti. Si tratta di un braccialetto elettronico, di cui esiste un brevetto recentemente approvato, che gli addetti ai magazzini dovrebbero indossare: grazie a delle vibrazioni l’oggetto è in grado di guidare i dipendenti negli immensi magazzini aziendali, velocizzando così le operazioni di carico e scarico della merce sugli scaffali.

Secondo quanto riportato dalla testata Geekwire, la prima a pubblicare la notizia, i braccialetti sarebbero dotati di un sistema in grado di effettuare la triangolazione con i sensori posizionati sugli scaffali: la vibrazione serve al dipendente per capire se il prodotto selezionato è quello giusto, senza dover ricorrere a tablet o altri dispositivi. All’emergere della notizia, si è affacciata subito anche la questione della privacy.

Il device potrebbe essere inteso come uno strumento per sorvegliare full time gli addetti, limitandone quindi la libertà personale. Scontate le reazioni dei sindacati e di molti politici italiani, che hanno puntato il dito contro una realtà già finita in passato al centro di polemiche sulle condizioni di lavoro al suo interno. Amazon si è difesa sostenendo che in tutti i Paesi in cui opera rispetta “in maniera rigorosa le regolamentazioni sul lavoro. I brevetti impiegano anni per essere approvati e non necessariamente riflettono gli sviluppi dei nostri prodotti e servizi”.

 

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