30/03/2016 di Redazione

Android, Oracle vuole prosciugare le casse di Google

Nuovo episodio della causa che vede contrapposti i due colossi sull’utilizzo delle Api Java nell’ecosistema mobile: i legali di Larry Ellison chiederanno 9,3 miliardi di dollari come risarcimento per i diritti d’autore e, nella prossima udienza, riveleran

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Ormai sembra Beautiful, perché i colpi di scena non mancano. Invece la vicenda si sta svolgendo, da anni, nelle aule dei tribunali californiani e non riguarda una famiglia tormentata ma lo scontro tra due dei principali colossi tecnologici mondiali: Oracle e Google. La querelle nasce nel 2010 e tocca direttamente il cuore del principale sistema operativo mobile al mondo, vale a dire Android: secondo Oracle, Big G avrebbe violato i diritti d’autore su Java, utilizzando consistenti parti del linguaggio di programmazione (37 Api differenti) nell’ecosistema del robottino verde senza pagare le dovute royalty. Dopo una serie di pronunciamenti e verdetti, anche in apparente contraddizione tra loro, l’ultimo fuoco d’artificio se l’è riservato direttamente Larry Ellison. Il vulcanico fondatore di Oracle ha chiesto ai suoi legali di depositare un documento per chiedere a Google 9,3 miliardi di dollari di risarcimento.

Una cifra record, che supererebbe addirittura il fatturato dell’ultimo trimestre di Oracle e quanto pagato nel 2009 per l’acquisizione di Sun Microsystems (7,4 miliardi), la “madre” di Java. Secondo Ellison, la somma si raggiungerebbe calcolando circa 500 milioni di introiti mancati per la propria azienda, a cui vanno però aggiunti i lauti profitti generati da Google grazie ad Android. La prossima udienza del processo d’appello è prevista per il 9 maggio: un appuntamento da non perdere per gli appassionati, perché durante il dibattimento è probabile che i legali di Oracle decidano di aprire lo scrigno dei segreti.

Google non ha mai svelato infatti il fatturato derivante da Android e custodisce gelosamente queste cifre da sempre. Cosa che gli avvocati di Ellison hanno invece probabilmente intenzione di fare, proprio per dimostrare quanto Mountain View sia riuscita a guadagnare negli anni (anche) grazie alla tecnologia di Oracle. La difesa di Big G è improntata invece sul concetto di “fair use”: una norma statunitense che permette l’incorporazione non autorizzata di materiale coperto da copyright entro certi limiti, senza la necessità di citare la fonte. O di pagare i diritti.

 

 

Per questo motivo, Google si rifiuta categoricamente di pagare le royalty a Oracle e, anzi, chiede 100 milioni di dollari di risarcimento in caso il colosso di Redwood Shores decidesse di rivelare gli introiti di Android. Già lo scorso gennaio, durante un’udienza precedente, i legali di Ellison si sarebbero lasciati scappare qualche dato di troppo, contenuto in una serie di trascrizioni registrate durante il dibattimento.

Secondo Oracle, dal 2008 Big G avrebbe fatturato tramite l’ecosistema mobile circa 31 miliardi di dollari, con 22 miliardi di profitti. Per evitare future grane, comunque, con l’avvento di Android N il gigante di Mountain View abbandonerà le Api oggetto del contendere in favore di OpenJdk: la versione aperta del linguaggio di programmazione. Coda di paglia o, semplicemente, voglia di chiudere con il passato?

 

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