10/12/2011 di Redazione

Aziende in alto mare per aggirare la legge

Un imprenditore statunitense ha pensato di stabilire la sede della sua azienda su un'imbarcazione al largo della costa californiana per sfuggire alle norme sull'immigrazione e poter assumere stranieri. C'è anche posto per altre startup: chi è interessato

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Qual è il posto ideale in cui fondare un'azienda? Il mare, è ovvio! È così che la pensa lo stravagante imprenditore Max Marty, proprietario della Blueseed, che ha sede su una grande nave al largo della costa californiana, nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico.

Lo spazio abbonda, ed è per questo che Marty ha pensato bene di affittare uffici ad altre startup e appartamenti ai loro dipendenti, a un prezzo di circa 1.200 dollari, che comprende anche il servizio di catering 24 ore su 24, attività di intrattenimento, palestra per tenersi in forma e, ovviamente, connessione a Internet.

Il progetto della nave in cui è fissata la sede di Blueseed

Se soffrite il mal di mare l'iniziativa di Max Marty non fa per voi, per gli altri, soprattutto i giovani, potrebbe essere un'idea eccitante. In realtà alla base dell'iniziativa non ci sono né lo spirito libero né la passione per l'avventura, bensì le questioni concrete relative all'immigrazione. Il punto è che, stando a quanto dichiarato da Marty, gli imprenditori hanno vita dura negli Stati Uniti perché la manodopera a basso costo è difficile da trovare per le norme sempre più restrittive per i visti di ingresso.

Stabilendo la sede dell'azienda in acque internazionali (a 20 chilometri dalla costa, per la precisione) gli Stati Uniti non hanno giurisdizione, in compenso la Silicon Valley non è lontana. Almeno così crede Marty, anche se molti bene informati riferiscono che l'Immigrazione statunitense potrebbe comunque affossare il progetto bloccando i pendolari che quotidianamente dovrebbero fare la spola fra la costa e l'imbarcazione. Insomma, l'unica soluzione sarebbe quella di vivere a bordo senza mai toccare terra.

L'idea di Blueseed è copiata dalla vicenda che ha ispirato il film I love radio rock

L'idea è curiosa ma non originale: Marty ha preso liberamente spunto dalla vicenda che aveva fatto scalpore in Inghilterra negli anni 60, quando una legge particolarmente dura aveva impedito di mandare in onda trasmissioni radio con musica leggera. Un gruppo di giovani pirati aveva deciso di opporsi al blocco trasmettendo dischi pop e rock da una imbarcazione al largo delle coste britanniche, ovviamente in acque internazionali. Se volete sapere com'è andata a finire basta guardare il film che ha ricordato l'episodio, I love Radio Rock (titolo originale The Boat That Rocked).

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