01/07/2019 di Redazione

Azure passa al "lato oscuro della forza": Linux supera Windows

Sull’infrastruttura cloud di Redmond, il numero di macchine virtuali con il sistema operativo open source ha superato quelle con a bordo Windows.

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Era solo questione di tempo, ma la notizia fa comunque un certo effetto: nel cloud di Microsoft il dominatore non è più Windows. Su Azure le macchine virtuali con a bordo versioni del sistema operativo della società di Satya Nadella sono state surclassate da quelle basate su Linux, secondo quanto dichiarato da Sasha Levin, informatico esperto di open source e attualmente collaboratore di Microsoft. Attraverso di lui, l’azienda di Redmond ha chiesto di essere inserita in una lista privata di distributori di Linux con particolari privilegi di accesso, dal momento che Microsoft di fatto è ormai un distributore di Linux, al pari di società come Red Hat e Suse.

 

Come sottolineato da Levin nella sua richiesta, Microsoft è un distributore di sistemi operativi originali basati su Unix e fa ampio uso di componenti open source: per esempio attraverso Azure Sphere (piattaforma per gli oggetti Internet of Things), con Windows Subsystem for Linux v, con prodotti come Azure HDInsight (per gli analytics) e Kubernetes Service (orchestrazione di container). Inoltre, a favore della qualifica di “distributore”, c’è l’esistenza di una base di utenti Linux che impiegano prodotti e servizi di Microsoft. 

 

“I clienti di Microsoft hanno milioni di core che eseguono i workload sopra descritti”, scrive Levin. E ancora, illustra lo sviluppatore, l’azienda ha alle spalle una lunga lista (documentata almeno nell’ultimo anno) di correttivi di sicurezza distribuiti entro pochi giorni dalla scoperta delle vulnerabilità. Ma è interessante soprattutto un’altra cosa, detta da Levin  tra le righe di un discorso sulle patch di sicurezza, e cioè che “l’utilizzo di Linux nel nostro cloud ha sorpassato Windows”. 

 

Un sorpasso sicuramente significativo, benché emerso da un documento tecnico tra addetti ai lavori e non annunciato ufficialmente. Era stato invece un dirigente di Microsoft, l’executive vice president della divisione cloud ed enterprise Scott Guthrie, a svelare a un giornalista di Zdnet, nell’autunno del 2018, che “circa metà delle macchine virtuali di Azure sono Linux”. In pochi mesi, dunque, la bilancia ha perso l’equilibrio e pende ora a favore dell’open source. Un mondo che Microsoft ha imparato ad accettare e a riconoscere come strategico, come evidenziato un anno fa circa con l’acquisizione di GitHub, uno tra i principali siti di distribuzione gratuita di progetti basati su codice aperto. Si legge sul sito del cloud di Microsoft che “Azure supporta le distribuzioni Linux più comuni, ad esempio Red Hat, Suse Ubuntu, CentOS, Debian e CoreOS, e presto ne verranno aggiunte altre ancora”.

 

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