22/03/2021 di Redazione

Brevetti “rubati”, Apple condannata a pagare 308 milioni di dollari

La Mela dovrà risarcire la società texana Personalized Media Communications. Pietra del contendere, una tecnologia di gestione dei diritti digitali, usata da su iTunes ed Apple Store.

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Cattive notizie per Apple: a causa di brevetti usati senza licenza, dovrà pagare 308,5 milioni di dollari, come stabilito da un giudice federale di Marshall, Texas, al termine di una causa per violazione della proprietà intellettuale. L’accusante è  Personalized Media Communications (Pmc), società texana specializzata nello sviluppo di tecnologie ai fini di brevetto e della successiva rivendita delle licenze d’uso. 

Al centro della contesa c’è, ironicamente, anche una tecnologia di gestione dei diritti digitali (digital rights management, Drm), ovvero la piattaforma FairPlay di Apple. Uno dei brevetti violati, in particolare,  è il sistema che la Mela utilizza per distribuire contenuti crittografati su iTunes, App Store ed Apple Music.

La battaglia legale con Pmc  era cominciata nel 2015. Lo  United States Patent and Trademark Office aveva inizialmente dato ragione a Apple, ma una corte d’appello aveva annullato la sua decisione. L’iter legale era poi stato riaperto dal tribunale di Marshall, fino alla sentenza della scorsa settimana, che condanna l’accusato al pagamento di 308,5 milioni di dollari (multa calcolata tenendo conto delle royalties non pagate dal 2015 a oggi). 

La corte texana ha stabilito che Pmc non è un patent troll, dato che sviluppa in prima persona le tecnologie rivendute. Dunque la richiesta di risarcimento è stata accolta, ma Apple ha già fatto sapere di voler ricorrere in appello.

Non è certo la prima volta che ad Apple viene contestato l’uso indebito di tecnologie appartenenti ad altri: nel 2017, per esempio, Visa accusò l’azienda di Cupertino di averle scippato ben 13 brevetti, usandoli all’interno della piattaforma Apple Pay. L’ultimo esborso di denaro significativo per la Mela risale invece al 2020 e non riguarda questioni di brevetti: 500 milioni di dollari, che Apple ha accettato di pagare per metter fine a una class action per l’uso del throttling come tecnica di obsolescenza programmata dell’iPhone. La viceda, battezzata “batterygate”, era poi sfociata anche in una seconda class action, anch’essa conclusasi con un patteggiamento.

 

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