21/06/2017 di Redazione

Business illegale, doppio profitto: Apple scatenata contro Qualcomm

Nuova controffensiva della Mela nella battaglia legale che la contrappone al chipmaker: Qualcomm imporrebbe agli Oem clienti un doppio pagamento, prima per le licenze d'uso dei suoi modem e poi per la vendita del prodotto fisico. C'è un precedente: Lexmar

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Un modello di business illegale: parole pesanti volano da Cupertino in direzione di Qualcomm. Apple è tornata al contrattacco nella battaglia legale che dallo scorso gennaio la vede contrapposta al produttore di chip californiano, nonché fornitore di modem 3G ed Lte per gli iPhone e gli iPad. Rivolgendosi a un tribunale di San Diego, ieri la Mela ha rincarato la dose delle accuse già precedentemente mosse, ovvero quelle di praticare nei confronti degli Oem condizioni contrattuali scorrette e non concorrenziali, imponendo fra le altre cose un costo esagerato sulle licenze d'uso dei suoi prodotti (cinque volte più alti della cifra corretta).

 

La citazione in giudizio risale a gennaio e fa leva su una parallela indagine della Federal Trade Commission statunitense su un presunto abuso di posizione dominante. Come risarcimento, Apple aveva chiesto 1 miliardo di dollari e ulteriori 145 milioni in un'altra analoga causa aperta in Cina. Qualcomm era passata al contrattacco, prima accusando la società di Tim Cook di non aver corrisposto le dovute licenze per l'impiego dei modem all'interno degli iPhone e degli iPad, e poi citando in giudizio anche quattro fornitori asiatici della Mela (Foxconn, Pegatron, Wistron e Compal). Ugualmente colpevoli di mancati pagamenti seppure non per volontà loro ma per imposizione di Apple. Un'altra lamentela di Qualcomm riguarda le modalità d'impiego dei modem: sarebbero stati volutamente sottoutilizzati, disattivando alcune funzionalità, per non far cogliere la differenza di prestazioni con i dispositivi basati su chip Intel.

 

Fin qui il complicato riassunto delle puntate precedenti. Ora, nel nuovo atto d'accusa, l'azienda di Cupertino sostiene di aver raccolto “continue e sempre più numerose prove del fatto che Qualcomm ha perpetuato con un modello di business illegale, che rallenta l'innovazione”. Per consolidare il proprio monopolio del mercato, Qualcomm avrebbe applicato un vero e proprio “metodo di estorsione”, parole degli avvocati di Apple, per ottenere un guadagno extra, doppio anzi.

 

 

 

 

Per almeno una parte dei suoi prodotti, infatti, avrebbe richiesto agli Oem un doppio pagamento: prima per le licenze d'uso dei modem, poi per l'acquisto materiale. Ed esiste un precedente giudiziario che dovrebbe dar ragione a Apple: al termine di un'annosa contesa legale, all'inizio di giugno la Corte Suprema statunitense ha dato torto a Lexmark e ragione a Impression Products, un rivenditore di consumabili per stampanti. La corte ha stabilito che per le cartucce Lexmark rigenerate con inchiostro non di marca (e vendute dopo aver disattivato il chip che ne attesta l'originalità) non è possibile imporre un nuovo pagamento di royalties.

 

In attesa di capire se questo precedente aiuterà Apple a sostenere le proprie argomentazioni, Qualcomm sta già subendo qualche contraccolpo economico. Come riportato da Reuters, l'azienda non riceverà royalty per i modem degli iPhone venduti dall'inizio dell'anno a fine marzo e questa mancanza ha costretto a rivedere al ribasso le previsioni di fatturato del trimestre: da una forbice comprese fra 5,3 e 6,1 miliardi di dollari si è scesi a 4,8-5,6 miliardi.

 

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