18/03/2021 di Redazione

Con Quebec, ServiceNow abbraccia lo sviluppo applicativo low-code

L’ultima release della piattaforma di workflow & It service management introduce App Engine Studio, con l’intento di minimizzare gli sforzi di programmazione. Novità anche nell’impiego dell’intelligenza artificiale, per la ricerca in linguaggio naturale e

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È cosa piuttosto nota che ServiceNow rilasci ogni sei mesi un aggiornamento alla propria piattaforma di workflow & It service management, utilizzando ogni volta il nome di una città. Questa volta, dopo Paris, è però la volta di una regione, Quebec, che include l’omonoma città del Canada. Quasi a sottolineare l’estensione di una soluzione nata entro certi confini, ma oggi talmente inclusiva da essere proposta con lo slogan “la piattaforma delle piattaforme” e per uno spettro di utilizzo che spazia dai processi It a quelli Hr, dai flussi di lavoro allo sviluppo applicativo.

Proprio in quest’ultimo ambito rientra una delle principali novità dell’aggiornamento.  Lo sviluppo di applicazioni sulla piattaforma ServiceNow non è di per sé una novità: “È possibile dal 2006”, ha confermato il vice president of Innovation Chris Pope, “ma prima per questo occorreva davvero programmare. La cosa può funzionare per alcune aziende, ma data la velocità attuale dell’innovazione, la difficoltà di reperire sviluppatori e i costi coinvolti, il low-code si presenta come un'ottima alternativa”.

App Engine Studio, dunque, rappresenta una delle grandi evoluzioni di Quebec, consentendo alle aziende di progettare non solo flussi di lavoro, ma di creare applicazioni complete utilizzando la logica low-code. Lo strumento è incluso per i clienti nella licenza senza costi aggiuntivi: “Il 70% di App Engine Studio è attualmente focalizzato su codice low-code, ma l’obiettivo dei prossimi rilasci è arrivare al vero e proprio no-code, per fare in modo che anche un utente pratico di Excel, ma senza alcuna conoscenza di programmazione, possa creare le proprie applicazioni sulla piattaforma ServiceNow”, ha aggiunto Pope.

App Engine Studio rende possibile sviluppare applicazioni Web o mobili complete, che però non sono completamente autonome, ma restano legate alla Now Platform, con un approccio che avvicina ServiceNow a quello che Salesforce fa con Lightning, per intenderci. Per aiutare gli utenti aziendali nel loro percorso verso la creazione di applicazioni, il vendor ha sviluppato undici modelli, che possono servire da esempi e sono basati su scenari comuni.

Chris Pope, vice president of innovation di ServiceNow, durante la presentazione di Quebec

Oltre all'introduzione di App Engine Studio e di tutti i modelli e gli elementi costitutivi per sviluppare applicazioni, l’altro fronte di novità per Quebec riguarda l'intelligenza artificiale. ServiceNow ha messo a segno negli ultimi tempi alcune acquisizioni, come Loom Systems e Attivio, e ora la tecnologia di queste aziende è stata integrata nell’aggiornamento.

In particolare, nel campo dell'It operations management sono state introdotte funzionalità predittiva in grado di riconoscere le anomalie prima che diventino un vero problema e aiutare le organizzazioni ad automatizzarne la risoluzione. Inoltre, Ai Search consente di elaborare ricerche in linguaggio naturale con un livello di dettaglio e specificità tale da soddisfare richieste anche molto personalizzate e articolate. Potenziato anche Virtual Agent, per “gestire più attivamente i dati e appoggiarsi a una knowledge base estesa, allo scopo di formulare raccomandazioni e risolvere incidenti, con capacità di conversazione notevolmente migliorate”, ha puntualizzato Pope.

Naturalmente, ServiceNow non perde di vista il suo principale terreno d’elezione, ovvero la gestione dei flussi di lavoro e dei processi It in azienda, per cui Quebec aggiorna elementi come Process e Workforce Optimization sul lato del controllo della produttività, mentre Universal Request si occupa dei ticket aperti dai dipendenti e fornisce aggiornamenti automatici sul loro smistamento ed evasione.

 

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