23/07/2019 di Redazione

Criptovaluta e truffe: falsi venditori di Libra spuntano su Facebook

Ancora prima del lancio della discussa moneta digitale, sul social network e su Instagram sono nate pagine di presunti rivenditori. Intanto, in Congresso, il progetto è stato aspramente criticato.

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Libra non smette di far discutere, ma per una volta la annunciata criptovaluta di Facebook non è l’oggetto di polemiche e opinioni contrapposte. Piuttosto, è il pretesto con cui fantasiosi truffatori cercano di fare guadagni illeciti, a discapito di utenti un po’ troppo ingenui. Un articolo del Washington Post segnala l’esistenza di “circa una dozzina” di pagine, divise tra Facebook e Instagram, i cui titolari si fingono rivenditori autorizzati di Libra. Il fatto che il servizio non sarà lanciato prima del 2020 dovrebbe far drizzare le antenne del sospetto, ma per darsi credibilità i truffatori impiegano immagini e loghi ufficiali di Libra e, in alcuni casi, anche fotografie di Mark Zuckerberg. 

 

Una di queste pagine ha proposto anche un video contenente immagini del Ceo di Facebook, accompagnate da una voce narrante che afferma che 20 milioni di monete siano già state distribuite a “investitori della prima ora”. Altri profili, invece, promettono sconti sugli acquisti di Libra. In seguito alla segnalazione del Washington Post, la società di Zuckerberg ha rimosso la maggior parte dei profili e degli annunci pubblicitari ingannevoli, ma qualcuno (come fa notare Mashable) è sfuggito alla prima tornata di controlli.

 

Libra, è bene ricordarlo non sarà una semplice criptovaluta bensì di un’intera piattaforma per i trasferimenti di denaro attraverso moneta virtuale, via Messenger, Whatsapp e tramite servizi di partner come Visa e PayPal. Ma è anche una piattaforma per l’emissione di moneta virtuale, il cui valore viene calcolato sulla base di un insieme di risorse poco volatili. Nelle dichiarazioni di Facebook, si colmerà un significativo vuoto, fornendo uno strumento di pagamento e di trasferimento di denaro a circa 1,3 miliardi di persone sprovviste di conto in banca. 

 

Un annuncio pubblicitario ingannevole su Libra

 

Certo è presto per valutare le conseguenze di Libra, ma per ora possiamo dire che i tentativi di truffa germogliati intorno al progetto, ancor prima del lancio commerciale, sono forse l’ultimo dei problemi. Dal suo annuncio, l’iniziativa ha ricevuto le critiche di economisti, legislatori e governi, preoccupati dell’ulteriore potere di controllo che Facebook otterrebbe su una buona fetta del Pianeta (sono circa 2,4 miliardi gli utenti attivi del social network). Preoccupati, anche, dell’assenza di una cornice legislativa adeguata a controllare le criptovalute. In un tweet, Donald Trump ha ricordato se Facebook o altre aziende vogliono diventare una banca, allora dovrebbero richiedere un nuovo statuto di banca e assoggettarsi alle regolamentazioni del settore. 

 

La settimana scorsa durante un’audizione in Congresso sono state fatte osservazioni dello stesso genere da rappresentanti di entrambi i partiti maggioritari. Il deputato repubblicano Warren Davidson ha azzardato per Libra la definizione (che non serve tradurre) di shitcoin, mentre la democratica Maxine Waters ha ricordato che “Facebook possiede i dati di miliardi di persone e ha più volte mostrato mancanza di rispetto per la protezione e l’uso accorto di questi dati. Annunciando di voler creare una criptovaluta, Facebook continua a espandersi senza controllo e a estendere la sua presenza nella vita degli utenti”. Il Segretario al Tesoro degli Stati Uniti, Steven Mnuchin, ha sottolineato che “criptovalute come i bitcoin sono state sfruttate per supportare miliardi di dollari di attività illecite quali il cybercrimine, l’evasione fiscale, l’estorsione, il ransomware, le droghe illegali e il traffico di esseri umani”. 

 

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