21/10/2021 di Redazione

Edge computing, ragionare sugli “archetipi” conviene

Una ricerca di Vertiv definisce in modo più preciso i modelli infrastrutturali dell’edge computing e gli interventi specifici richiesti da ciascuno di essi.

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Le infrastrutture di edge computing non sono tutte uguali. Ciascuna tipologia ha le sue caratteristiche e richiede, di conseguenza, degli interventi di ottimizzazione differenti che possano rendere più efficiente ed efficace l’infrastruttura stessa. Esistono sicuramente i casi specifici, ma definendo una tassonomia generale è possibile definire degli interventi standard per ciascuna tipologia. Questo è l’approccio suggerito da Vertiv, azienda che già tre anni fa aveva elaborato una tassonomia, una lista di “archetipi” di infrastrutture edge, che si differenziano uno dall’altro in base a una serie di fattori: posizione e ambiente esterno, numero di rack, requisiti di alimentazione e disponibilità, localizzazione del sito, infrastruttura passiva, provider e numero di siti da implementare. Ora, attraverso un nuovo report realizzato in collaborazione con la società di analisi Stl Partners, Vertif ha meglio definito questa tassonomia.

 

Nel caso dei device edge, l’elaborazione dei dati avviene sui dispositivi stessi, siano essi device stand-alone o integrati in architetture più ampie, come succede nel caso dei semafori intelligenti o dei sistemi di videosorveglianza. Si parla, invece, di micro edge nel caso di soluzioni stand-alone di dimensioni ridotte, composte da uno o due server fino a quattro rack. Soluzioni di questo tipo possono essere adottate dalle aziende al loro interno per creare piccoli data center distribuiti o presso un sito di telecomunicazioni per connettere processi e applicazioni che risiedono negli armadi di rete.

 

Il terzo archetipo è quello dei data center edge distribuiti, ambienti che possono essere collocati all’interno di una sala macchina on-premise (un data center aziendale preesistente, una network room o una nuova struttura indipendente) oppure in un sito di colocation. I data center edge distribuiti sono già diffusi nei siti produttivi, nelle strutture sanitarie, nelle smart city e nelle reti di telecomunicazione.

 

La quarta tipologia sono i data center edge regionali: strutture distanti dal data center principale, realizzate appositamente per ospitare un’infrastruttura di elaborazione dati. Presentano molte delle funzionalità tipiche dei data center hyperscale, ad esempio in termini di condizionamento (raffreddamento e riscaldamento) e di sicurezza, dunque garantiscono elevati livelli di affidabilità. Questo modello è ampiamente diffuso nel mondo del retail e funge da sito intermedio per l’elaborazione dei dati.

 

“Man mano che l’edge matura e i siti proliferano e diventano sempre più sofisticati, cresce l’esigenza di modelli infrastrutturali in grado di standardizzare design e apparati al fine di aumentarne l’efficienza e nel contempo ridurne i costi e i tempi di implementazione”, ha commentato Martin Olsen, global vice president, edge strategy and transformation di Vertiv. “I siti edge continueranno a richiedere alcune personalizzazioni per soddisfare le esigenze specifiche degli utenti, ma i modelli che abbiamo messo a punto semplificano molte scelte fondamentali e introducono una ingegnerizzazione ormai necessaria anche in questo ambito. La ricerca è particolarmente utile per chi vuole specializzarsi in questo settore, come i partner di canale e i responsabili IT”.

 

“L’adozione dei quattro modelli che abbiamo individuato fornisce innegabili vantaggi”, ha sottolineato Dalia Adib, director, consulting e edge computing practice lead di Stl Partners, “a cominciare da una velocizzazione nell’implementazione dei siti che porta con sé un’accelerazione del go-to-market di prodotti e servizi. Il mercato edge è in forte crescita e può essere ulteriormente accelerato introducendo un certo livello di standardizzazione nel linguaggio utilizzato per descriverlo”. 

 

Come evidenziato dalla ricerca, certamente possono essere richiesti interventi specifici in base a fattori quali il contesto ambientale, il mercato di riferimento, gli apparati in esercizio, le policy di gestione, sicurezza e manutenzione e la connettività utilizzati. Tuttavia, queste specificità possono essere applicate nell’ambito dei modelli individuati e non pregiudicano i vantaggi di una maggiore standardizzazione. Vertiv ha anche sviluppato uno strumento, disponibile online, per aiutare clienti, business partner e tutti coloro interessati a determinare il modello di infrastruttura edge più adatto alle proprie esigenze.

 

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