06/11/2020 di Redazione

Esercito di startup italiane impegnate nella guerra al covid-19

Su 150 realtà analizzate da Cariplo Factory, il 20% ha intrapreso iniziative mirate per l’emergenza sanitaria, l’80% ha fornito supporto ai cittadini durante il primo lockdown.

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In Italia c’è un piccolo esercito di startup schierato in campo contro il covid-19. Chi direttamente, nello sviluppo di soluzioni per il settore medico (ricordate il respiratore realizzato con parti in stampa 3D e con una maschera da snorkeling?), chi indirettamente, fornendo servizi e supporto ai cittadini nei periodi di lockdown. Per capire quale sia stato davvero il ruolo delle startup in questi difficili mesi di emergenza sanitaria e sociale, l’incubatore Cariplo Factory ha analizzato circa 150 realtà imprenditoriali appartenenti ai settori healthcare, legale, assicurativo, risorse umane, fintech, scuola, intrattenimento, trasporti, logistica, consegne, commercio e agroalimentare.  Quelle analizzate erano per lo più imprese molto giovani, il cui 33% è nato fra il 2018 e il 2020 e il 48% tra il 2015 e il 2017. Ma sono anche realtà con un altissimo indice di maturità tecnologica (calcolato in base al Technology Readiness Level, l’indice usato anche dalla Commissione Europea) e che nel 75% dei casi hanno già alle spalle investimenti importanti da parte del mondo del venture capital e dei business angels.

Ne è emersa una mappatura della giovane imprenditoria italiana piuttosto interessante, nella quale nemmeno il lockdown della scorsa primavera ha potuto fermare le idee e il lavoro. “Mentre tutto sembrava fermo e spento c’era un pezzo di Paese che si muoveva a tutta velocità, si interrogava su come sopravvivere alla crisi peggiore dell’ultimo secolo, si inventava e sperimentava soluzioni”, si legge nel report. Fra le 150 startup, durante il lockdown il 20% si è impegnato in azioni mirate e dirette per l’emergenza sanitaria, mentre l’80% si è concentrato sul supporto ai cittadini

Le caratteristiche di flessibilità, rapidità di decisione e di azione, tipiche delle startup, hanno permesso a queste 150 realtà di creare in breve tempo delle soluzioni concrete, utili per fronteggiare l’emergenza. “Velocità, adattamento e innovatività sono fattori che si sono rivelati decisivi nel contrasto all’emergenza sanitaria”, commenta Riccardo Porro, chief operations officer di Cariplo Factory. “E proprio queste tre caratteristiche sono nel Dna delle startup, che si sono mobilitate in grande numero, mettendo a disposizione servizi e risorse. Per raccontare questa tendenza e fare in modo che il grande sforzo delle startup italiane non vada disperso, bensì venga tracciato e valorizzato, abbiamo deciso di realizzare questo report”. 

 

 

I progetti lanciati in questo 2020 segnato dalla pandemia hanno riguardato nella maggior parte dei casi lo sviluppo di piattaforme digitali (26%) e a seguire l’healthcare (15%), le iniziative di education & edtech (9%), i prestiti fintech (5%) e la tutela della cittadinanza fragile. Qualche esempio? Cura, un progetto open source per gli ospedali, che utilizza container riconvertiti per creare unità di terapia intensiva pronte all’uso.

 

Il primo modulo di Cura, collocato all’interno di un ospedale di Torino 

 

Oppure l’azione della startup Isinnova, che ha prodotto (stampandole in 3D) cento pezzi di valvole per respiratori, permettendo a dieci pazienti dell’ospedale di Brescia di tornare a respirare. Oppure la piattaforma Davincisalute, che ha reso gratuiti i suoi servizi di consulenza medica e psicologica online, con una media di 20 minuti di attesa. C’è poi il sito internet infilaindianat.it, sviluppato dai creatori della startup Weisair, che permette di monitorare le code che si formano agli ingressi dei supermercati. O ancora, Credimi, il digital lender che in tre mesi ha erogato 100 milioni di euro di prestiti alle imprese colpite dall’emergenza. Molte sono anche le startup attive nell’apprendimento digitale che si sono rese disponibili ad aprire gratuitamente l’accesso ai propri servizi, così come quelle operative nell’e-commerce (anche di prodotti farmaceutici) che hanno reso gratuite le consegne a domicilio. 

 

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