30/07/2019 di Redazione

Huawei regge il colpo della guerra Usa, ma teme le incognite del futuro

Nel primo semestre del 2019 il fatturato dell’azienda è cresciuto di oltre il 23% rispetto ai livelli di un anno prima. Ma il presidente, Liang Hua, avverte: potranno esserci difficoltà che ostacoleranno la crescita.

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In attesa degli annunci della trimestrale di Apple, Huawei si prendere il palcoscenico per un attimo per far sapere che, almeno finora, l’azienda ha retto il colpo dell’offensiva statunitense, quella lanciata da Donald Trump e accoliti nel mese di aprile con l’ordine esecutivo che limita il commercio con le società Usa, e poi con la minaccia di pesanti dazi sull’import cinese. Finora Huawei ha retto, anzi in patria i suoi smartphone si sono presi la rivincita, aumentando le vendite e il market share nel secondo trimestre dell’anno (come mostrano gli ultimi dati di Canalys). Ma che cosa succederà in futuro?

A margine dell’annuncio dei risultati dei primi sei mesi del 2019, la società ostenta soddisfazione ma anche cautela. Perché finora i conti crescono, mentre resta ancora da vedere quale sarà nei prossimi mesi l’impatto della guerra commerciale con gli Stati Uniti. “Il fatturato è cresciuto rapidamente fino a maggio", ha detto il presidente di Huawei, Liang Hua. "Grazie alle solide basi che abbiamo posto nella prima metà dell'anno, continuiamo a registrare una crescita anche dopo esser stati inseriti nella black list statunitense. Questo non vuol dire che non ci saranno difficoltà che potrebbero influenzare il nostro ritmo di crescita nel breve termine”. 

Il Presidente ha poi voluto sottolineare che non si farà marcia indietro sulle strategie e sugli investimenti: "Manterremo la rotta: siamo pienamente fiduciosi in ciò che il futuro ha in serbo per noi e continueremo a investire come previsto. Quest’anno investiremo un totale di 17,45 miliardi di dollari in attività di Ricerca e Sviluppo. Affronteremo queste sfide e siamo sicuri che Huawei entrerà in una nuova fase di crescita quando avrà superato questo periodo”. A sostegno di queste parole, per l’Italia c’è un impegno dichiarato dal country manager, Thomas Miao, nel voler investire 2,75 miliardi di euro da qui a tre anni. Negli Stati Uniti, invece, stando ad alcuni rumors prevedibilmente l’azienda farà sostanziali tagli di personale proprio nell’ambito della Ricerca e Sviluppo.

Liang Hua, presidente di Huawei

 

Tornando al presente, intanto Huawei si gode la soddisfazione di un primo semestre buono, nel quale il fatturato ha raggiunto i 58,34 miliardi di dollari, con incremento del 23,2% ai livelli della prima metà del 2018. Il Carrier Business Group (apparati di rete) ha prodotto 21,3 miliardi di dollari di ricavi, “con una costante crescita nella produzione e spedizione di apparecchiature per reti wireless, trasmissione ottica, comunicazioni dati, IT e prodotti correlati”, fa sapere l’azienda, senza comunicare però la variazione percentuale anno su anno. In compenso sappiamo che, ad oggi, Huawei ha sottoscritto 50 contratti commerciali riguardanti il 5G e consegnato oltre 150.000 stazioni base nei mercati di tutto il mondo.

L’Enterprise Business Group (sistemi di rete, server, storage, videosorveglianza e servizi cloud per le aziende) ha generato 4,59 miliardi di dollari di fatturato, mentre il Consumer Group ha fatto la parte del leone con 32,1 miliardi di dollari incassati. La somma degli smartphone a marchio Huawei e a marchio Honor ha raggiunto quota 118 milioni di unità vendute, gli altri dispositivi (tablet, Pc e indossabili) hanno invece registrato un incremento del 24% a volume rispetto ai numeri del primo semestre 2018.

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