01/12/2021 di Redazione

I dipendenti amano il lavoro ibrido ancor più del denaro

Per la maggior parte dei professionisti la flessibilità di luoghi e orari è un criterio di apprezzamento che prevale sulle considerazioni di stipendio. Così emerge da uno studio di Jabra.

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Una buona retribuzione non è più la motivazione principale per essere soddisfatti del proprio lavoro. O quantomeno, questo è emerso dal “Jabra Hybrid Ways of Working 2021 Global Report”, ricerca condotta a livello mondiale su oltre cinquemila professionisti. Il lavoro flessibile è stato indicato dal 59% degli intervistati come il beneficio più ricercato, ancor prima dello stipendio. Non è un mistero che flessibilità e autonomia nella gestione della giornata lavorativa siano state due scoperte recenti, favorite dalla pandemia e dai conseguenti lockdown, ma che la dimensione del fenomeno fosse così importante forse non era così scontato.

Il report di Jabra ha anche messo in luce che i tre quarti degli intervistati (73%) credono che in futuro avere uno spazio per l'ufficio sarà considerato un benefit per i dipendenti, piuttosto che una condizione obbligatoria per lavorare.  I dipendenti sono maggiormente propensi a richiedere più giorni di presenza in ufficio (tre o più a settimana) soprattutto se la loro azienda non ha messo in atto le corrette pratiche per la transizione al lavoro da remoto durante la pandemia.

Impiegati e manager hanno però visioni differenti. Tre dipendenti su quattro sono preoccupati per il lavoro ibrido, in gran parte a causa delle scarse pratiche di comunicazione sul tema, e solo il 20% pensa che l’azienda sia molto preparata per l’operatività da remoto. Più della metà (52%) ha anche ammesso che preferirebbe operare da casa ma teme che la sua carriera ne possa risentire a lungo termine. C'è anche un chiaro divario tra la chi rappresenta il livello più elevato di responsabilità manageriale e gli altri dipendenti quando si tratta di preparazione al lavoro ibrido. I lavoratori sottoposti sono per l'11% più propensi, rispetto ai manager, ad affermare che le loro aziende non fossero per nulla preparate per il passaggio al modello ibrido. 

Solo il 53% dei dipendenti pensa che l’azienda oggi sia pronta, rispetto al 74% dei manager di più alto profilo. Inoltre, la maggior parte dei dipendenti, 65%, vorrebbe avere la libertà di stabilire il proprio orario di lavoro (mentre solo il 35% è felice di mantenere il turno canonico). Il 61% preferirebbe che il management permettesse loro di andare in ufficio quando necessario e di stare in telelavoro quando ne hanno bisogno. Guardando al futuro, il 75% dei professionisti vorrebbe poter essere attivo da qualsiasi luogo. 

Da tutto questo deriva che oggi, per le aziende, avere la giusta tecnologia per la collaborazione a distanza è più importante di uffici in posizioni privilegiate quando si tratta di attrarre e trattenere i talenti.  Più di otto intervistati su dieci (84%) pensano che la tecnologia possa aiutare tutti i dipendenti ad avere “uguale accesso alle opportunità sul lavoro", e l’80% preferirebbe lavorare per un'azienda che investe in tecnologia per collegare meglio le risorse professionali in un futuro ibrido. Gli strumenti di Unified Communication and Collaboration (Ucc) hanno bisogno di adattarsi per permettere alle persone di trasformare qualsiasi spazio in un ambiente professionale, mentre la tecnologia precedente progettata per il "lavoro a distanza" non è più adatta allo scopo.

 

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