19/08/2017 di Redazione

Il calore corporeo riparerà gli schermi dei cellulari?

Un brevetto di Motorola mostra una nuova tecnologia che, sfruttando i polimeri a memoria di forma, consentirebbe di realizzare display autorigeneranti semplicemente aumentando la temperatura in prossimità di graffi e crepe.

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Riparare lo schermo danneggiato dello smartphone con il proprio calore corporeo? Secondo Motorola è possibile. L’azienda, parte della cinese Lenovo, ha depositato una richiesta di brevetto per una tecnologia autorigenerante, che sfrutta i polimeri a memoria di forma (Smp) per riconoscere crepe e fratture di lieve entità sul display e attivare il processo di ripristino. La tecnologia è in grado di convogliare l’energia nei punti di rottura, deviando quella generata dal dispositivo, ma l’operazione si può avviare anche con il calore del corpo umano. La nota positiva è che la soluzione potrebbe essere impiegata senza difficoltà (almeno a livello teorico) nei cellulari dotato di schermo tattile, integrandola nei pannelli Lcd o Led.

La superficie dei display non sarebbe però più realizzata in vetro, ma in materiali termoplastici. Ovviamente, trattandosi al momento soltanto di un brevetto, non è detto che la proposta di Motorola possa arrivare mai sul mercato. Anzi, allo stato attuale delle cose è molto difficile che una tecnologia del genere riesca a farsi strada, considerando anche i conti che sono presumibilmente elevati.

Certo, il problema delle rotture degli schermi dei cellulari più recenti (con superfici vetrose sempre più estese e ormai vicinissime ai bordi della scocca) è sentito dai consumatori. È sufficiente una sola caduta per crepare il display di un iPhone nuovo di zecca, con costi di riparazione perlopiù esorbitanti. Non resta che fare il tifo per i laboratori di ricerca e sviluppo di Motorola.

 

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