02/08/2019 di Redazione

In Europa Android smetterà di favorire Google Search

I futuri modelli di smartphone e tablet Android commercializzati nell’eurozona proporranno una “schermata di scelta” da cui poter impostare il motore di ricerca predefinito. Google sta attenta a evitare altre multe dall’antitrust.

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Google Search è la scelta più ovvia per gli utenti Android, ma in futuro ci sarà per gli altri motori di ricerca una maggiore equità di trattamento sugli smartphone e tablet con sistema operativo della società di Mountain View. Sul suo blog Google ha annunciato che i telefoni e le tavolette commercializzati nell’eurozona proporranno agli utenti una “schermata di scelta” da cui sarà possibile impostare il motore di ricerca predefinito, selezionandolo tra quattro alternative.

 

Più precisamente, la schermata verrà visualizzata durante la prima procedura di avvio e setting di un nuovo dispositivo Android. All’utente verrà chiesto di scegliere il motore di ricerca di sua preferenza da una lista di quattro: quello impostato come predefinito diventerà una presenza fissa nella pagina home, così come attualmente è Google Search; sarà, inoltre, il motore usato in automatico per fare ricerche sull’app di Chrome. 

 

 

Chiaramente, per ragioni di presenza sul mercato Google Search non potrà che essere incluso, ma se non altro la barra di ricerca di Big G non risulterà preinstallata nella schermata home. Gli altre tre motori saranno determinati anch’essi sulla base del market share e dunque la lista potrà variare da Paese a Paese, a seconda della popolarità dell’uno e dell’altro servizio.

 

La ragione di questo annuncio è facilmente intuibile: evitare ulteriori problemi dalla Commissione Europea, dopo la multa da 4,3 miliardi di euro dell’anno scorso, dovuta a pratiche commerciali non rispettose dell’antitrust. Una delle questioni contestate dalla commissaria Margrethe Vestager riguardava la disparità di trattamento riservata alle applicazioni di Google sui dispositivi Android. In sostanza, la licenza d’uso del sistema operativo veniva concessa agli Oem a patto di preinstallare sui telefoni e tablet le app di Google.

 

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