06/03/2014 di Redazione

Java è il software preferito dai cyber criminali

La metà di tutti gli exploit che sono stati diffusi a dicembre 2013 prendono di mira Java: è facile da bucare ed è onnipresente sulla maggior parte dei dispostivi in circolazione.

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Un tempo i prodotti Microsoft erano i più bersagliati dagli sviluppatori di malware, ora che l'azienda di Redmond ha migliorato le difese dei suoi software, i criminali informatici alla ricerca di guadagni facili hanno preso di mira Adobe. Anche il produttore statunitense però sembra avere alzato troppo le difese, e stando ai dati contenuti nell'IBM X-Force Threat Intelligence Quarterly Report 2014, adesso il bersaglio designato è Java. Il 50 per cento degli exploit scoperti nel dicembre 2013 riguardavano infatti il software Oracle.

I motivi sono due. Prima di tutto la semplicità di distribuzione: gli aggressori possono sviluppare un exploit che colpisca in un colpo solo un altissimo numero di utenti su più piattaforme, perché è in uso su Windows, Mac OS X, Linux e sui sistemi mobili.

Il secondo motivo è la facilità. La maggior parte degli sviluppatori di malware è pigro per natura. Benché non esista del codice completamente invulnerabile, ce ne sono di molto difficili da violare e di molto semplici. Java è nella seconda categoria, quindi basta un minimo sforzo per ottenere un risultato. Sempre stando al report in oggetto Adobe Reader si classifica al secondo posto con il 22 per cento, seguono Internet Explorer e Google Chrome. L'unica difesa è quella di installare tutti gli aggiornamenti di sicurezza per Java che vengono pubblicati.

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