31/10/2022 di Redazione

La gestione dei dati è complessa, ma è anche la chiave del successo

L’Enterprise Information Management è particolarmente strategico nel settore manifatturiero, anche in tempi di crisi come quelli attuali. Il parere di OpenText.

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L'espressioni Enterprise Information Management (a volte chiamato anche Enteprise Content Management o Enterprise Data Management) dovrebbe non essere più un segreto per le aziende, almeno per quelle abbastanza grandi e strutturate da aver definito una strategia sulla raccolta, la gestione e la valorizzazione dei propri dati. Ma questo è spesso più facile a dirsi che a farsi. 

Dalla piccolissima azienda alla grande multinazionale, nessuno ormai può permettersi il lusso di trascurare i propri dati, di non raccoglierli, non proteggerli, non analizzarli, non sfruttarli per ottenere indicazioni preziose. Non fa eccezione il settore della manifattura, dove l’Enterprise Information Management può servire a ottimizzare la produzione, la logistica, le vendite, le relazioni con i clienti e anche elemento peculiare la manutenzione degli impianti. Ne abbiamo parlato con Benedetto Angelini, senior account executive di OpenText.

L’Enterprise Information Management è davvero così importante come molti vendor tecnologici sostengono?

Nello scenario odierno, la chiave per prendere decisioni consapevoli ed efficaci sono le informazioni, dalle quali non si può più prescindere per costruire una strategia di business di successo. In tale contesto, in cui i fruitori delle informazioni sono prima di tutto gli utenti aziendali, tendiamo quindi a non guardare solo all’esperienza dei singoli clienti finali ma anche a quella dei dipendenti stessi: il concetto di Customer Experience si estende così anche a quello di Digital e User Experience.

Il ruolo delle piattaforme di Enterprise Information Management è dunque quello di facilitare il più possibile le attività degli utenti, siano essi interni o esterni all’azienda, sfruttando soluzioni documentali all’avanguardia per rendere le informazioni accessibili a tutti con semplicità e nel momento giusto, abilitandone il valore. La qualità delle decisioni che vengono prese, infatti, dipende innanzitutto dalle caratteristiche valoriali delle informazioni che si hanno a disposizione.

Questo, ad esempio, è un aspetto fondamentale per il mondo del manufacturing, che coinvolge anche la sfera della sicurezza: se si pensa agli impianti di produzione, poter accedere a informazioni aggiornate non solo determina la crescita del business, ma consente di contenere gli errori garantendo la sicurezza del personale e delle operazioni che vengono svolte. È il caso della manutenzione predittiva, nella cui dinamica l’operatore sul campo unisce la propria esperienza con i dati che vengono raccolti e messi a disposizione, per poi trarre le conclusioni che portano alla definizione del processo.

Nel mondo manifatturiero il cloud è stata una rivoluzione?

Il cloud è certamente una tecnologia abilitante: pur non essendo una frontiera futura in quanto già ampiamente presente nelle realtà aziendali attuali, non ha ancora espresso il suo massimo potenziale, tanto che la sua adozione massiva in determinati processi più complessi è ancora in itinere. In particolare, la standardizzazione che abilita si contraddistingue come prerequisito nel modo di operare a livello IT: a differenza di quanto si possa pensare, i cosiddetti “vincoli” imposti dal cloud nel modo in cui si sviluppano le applicazioni sono un aspetto abilitante, poiché consentono di rimanere all’interno di standard che, in ultima analisi, forniscono al panorama IT quella flessibilità e quell’agilità necessarie per far partire i progetti velocemente e reagire efficacemente alle disruption di oggi.

Le specificità del cliente vengono dunque gestite all’esterno della soluzione senza alterare il prodotto stesso: si tratta di un cambiamento nel livello di customizzazione rispetto al modo tradizionale in cui le aziende sono abituate a implementare i sistemi con le installazioni classiche on-premise. In un mondo dominato dal cloud, in cui i provider devono impegnarsi a dare diversi livelli di servizio, tutti con standard elevati, la standardizzazione rappresenta una vera opportunità.

 

Benedetto Angelini, senior account executive di OpenText

 

Quanto sono mature le strategie di gestione delle informazioni nel manifatturiero?

Nel manufacturing, rispetto ad altri settori dove il volume di documenti, utenti e clienti coinvolti è più alto, c’è una minore maturità relativamente alle soluzioni di Information Management. Se, soprattutto grazie all’Internet of Things, le aziende si stanno già focalizzando molto sulla raccolta di dati strutturati che abilitano, tra le altre cose, la manutenzione predittiva, d’altro canto la gestione delle informazioni non strutturate è ancora acerba: l’interesse tuttavia sta salendo, poiché le aziende si stanno rendendo conto che sistemi in crescita implicano un aumento del volume delle informazioni e dei documenti da gestire. Dunque diventa necessario organizzarsi già in un’ottica a medio termine per garantire da un lato la sicurezza, dall’altro l’accesso e la fruizione delle informazioni da parte degli utenti.

Non dobbiamo però dimenticare che il livello di maturità nell’adozione di strategie di gestione delle informazioni varia in base alla dimensione e alla visione aziendale: esistono anche in Italia, infatti, grandi realtà leader che si sono orientate già da tempo in questa direzione. In generale, tuttavia, il tessuto economico italiano – in cui le Pmi sono protagoniste – ha portato a un generale ritardo dal punto di vista dell’Information Management, dovuto alla tendenza a evitare i rischi di fermo potenzialmente legati ai cambiamenti nei sistemi IT.

Nella gestione dei dati, c’è qualche aspetto ancora oggi particolarmente trascurato?

Dati e informazioni, oltre a essere raccolti, devono anche essere governati. È quindi necessario entrare nell’ottica per cui non è sufficiente soltanto una governance vista come strumento di collaborazione per il singolo individuo, ma vanno adottate anche soluzioni che consentano una governance centrale a livello enterprise. L’azienda deve disporre di un unico luogo dove controllare, gestire e regolamentare documenti e informazioni: in tale contesto, è anche indispensabile tenere in considerazione le normative in materia di privacy e protezione dei dati per essere conformi alle regolamentazioni previste dal Gdpr (il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali, ndr).

La pandemia, prima, e la guerra poi hanno messo in crisi le supply chain mondiali. Un corretto uso dei dati può aiutare le aziende a superare le difficoltà di approvvigionamento?

Si tratta di un tema estremamente attuale, poiché le disruption che abbiamo vissuto negli ultimi anni hanno avuto un impatto notevole sulla supply chain, influenzando in particolare le aziende manifatturiere e l’ecosistema in cui operano. In tale contesto, la condivisione delle informazioni diventa fondamentale, non soltanto all’interno della singola azienda ma con tutti i protagonisti della filiera.

A tale scopo esistono piattaforme e soluzioni che supportano le organizzazioni nelle strategie di condivisione delle informazioni, tenendo conto dei diversi fattori che influenzano i processi e che possono variare considerevolmente a seconda dei settori e dei cambiamenti di cui sono protagonisti: si pensi ad esempio all’automotive, che con l’avvento dell’elettrificazione ha visto cambiare completamente il prodotto e i suoi componenti, generando una disruption dell’intera catena di fornitura. Non solo: le difficoltà di approvvigionamento e l’aumento dei costi delle materie prime richiedono alle aziende un livello di efficientamento senza precedenti. Alla luce di tali cambiamenti, diventa evidente come un approccio alla gestione delle informazioni coordinato e condiviso sia molto più importante rispetto al modo di operare stabile del passato. 

 

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