13/12/2016 di Redazione

La trasformazione tecnologica travolge altri 244 dipendenti Ibm

Al piano degli esuberi già previsti per le sedi italiane di Torino, Roma, Perugia e Milano se ne aggiungono altri 244, divisi fra posizioni dirigenziali e impiegati quadri. Conseguenza, spiega l’azienda, dello spostamento verso il cloud, gli analytics, il

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La trasformazione tecnologica e quella del mercato impattano ancora sulla forza lavoro di Ibm. In Italia ai 740 professionisti già messi in mobilità nei mesi scorsi se ne aggiungono altri 244: una moltitudine eterogenea, fra dirigenti (una sessantina) e impiegati quadri, sistemisti, venditori, project manager, addetti al supporto clienti. La notizia è giunta dalla sezione torinese della Fiom, essendo la sede piemontese di Ibm una delle più interessate dai tagli. Ibm continua a ridurre l'occupazione, con modalità anche diverse ma senza sosta, e soprattutto senza che si capisca dove vuol arrivare”, ha dichiarato il segretario locale del sindacato Federico Bellono, invocando poi la necessità di un “ruolo attivo” delle istituzioni per fermare l’onda dei licenziamenti. A fine 2015 circa trecento dipendenti, di cui novanta afferenti alla sede torinese, erano stati ceduti a una società esterna tramite Adecco.

Per la filiale tricolore della multinazionale, il 2016 è poi stato tappezzato di incontri e scontri con i sindacati e di annunci di esuberi su più città, fra cui Roma (156 dipendenti della controllata Sistemi Informativi) e Perugia. E più in generale, non soltanto in Italia, negli ultimi anni Ibm è stata costretta ad adattarsi a quella grande trasformazione del mercato riassunta nell’acronimo “Camss”, ovvero cloud, analytics, mobile, social, security. Il piano di ristrutturazione italiano dell’azienda rientra, infatti, in quello globale depositato alla Security and Exchange Commission (Sec) statunitense.

Va detto che negli ultimi anni la contrazione delle vendite di hardware e i conseguenti tagli di personale in Ibm sono stati bilanciati da speculari espansioni d’offerta e nuove assunzioni nel campo dei servizi e delle tecnologie innovative. Con particolare riguardo agli analytics, all’intelligenza artificiale e al computing cognitivo della piattaforma Watson. In una lettera, l’azienda parla di “costante remix delle competenze per rispondere alle esigenze dei clienti, impegnati nei processi di innovazione e nell’adozione di nuove tecnologie come il cognitivee e il cloud”. E sottolinea come in queste aree siano state fatte un migliaio di nuove assunzioni negli ultimi mesi.

 

 

Proprio alle porte di Milano (a Rho, nell’area che fu dell’Expo) la multinazionale ha scelto di inaugurare il suo primo Watson Health Center europeo, luogo che sarà allo stesso tempo un laboratorio di ricerca e uno spazio a disposizione delle startup operanti nel settore della tecnologia sanitaria. Annunciato la scorsa estate, il progetto è parte di una collaborazione di lungo termine con il governo italiano e verrà sostenuto da 135 milioni di investimenti di Ibm spalmati su due anni.

Difficile, comunque, che queste argomentazioni bastino ai sindacati. Roberta Turi, della segreteria nazionale di Fiom Cigl, ha definito quanto sta accadendo in Italia come “una vera ecatombe”. Riteniamo”, ha detto Turi, “che Ibm Italia debba fermarsi e chiarire una volta per tutte qual è il suo piano industriale. Gli eventuali esuberi potrebbero essere gestiti in maniera diversa e non traumatica rispetto a quanto fatto fino ad ora. La maggior parte dei lavoratori che l’azienda considera eccedenti, infatti, potrebbero essere riqualificati e ricollocati internamente”. Oggi nella sede di Assolombarda è previso un primo incontro fra Ibm, il coordinamento nazionale delle sue Rsu e le organizzazioni sindacali.

 

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