03/07/2019 di Redazione

Libra è “enorme rischio” e va messa in pausa, la richiesta del Congresso

Il progetto della criptovaluta di Facebook continua a ricevere critiche, questa volta da una commissione di parlamentari del Partito Democratico. Il cybercrimine potrebbe sfruttarla a proprio favore.

immagine.jpg

Libra è ancora sotto attacco: questa volta, da parte di un gruppo di parlamentari del Congresso, che accusano la futura criptovaluta di Facebook di essere un “enorme rischio”. Non sono i primi a dirlo, giacché dal suo annuncio ufficiale il progetto ha ricevuto pesanti critiche dalle istituzioni statunitensi ed europee, preoccupate dell’assenza di un quadro regolatorio, di possibili danni alla privacy di centinaia di milioni di utenti e dei contraccolpi sul sistema bancario mondiale. 

 

In una lettera indirizzata all’amministratore delegato Mark Zuckerberg, alla direttrice finanziaria Sheryl Sandberg e al Ceo dei Calibra (la controllata di Facebook a cui fa capo il progetto di Libra) David Marcus, cinque membri di area democratica della Commissione Servizi Finanziari hanno puntato l’attenzione sul rischio informatico rappresentato, a loro dire, dalla criptovaluta social.

 

“La scarsità di informazioni fornite sullo scopo, sui ruoli, sull’uso potenziale e sulla sicurezza di Libra e Calibra evidenzia l’enormità dei rischi e la mancanza di una chiara regolamentazione protettiva”, si legge nella lettera. “Queste vulnerabilità potrebbero essere sfruttate e complicate da soggetti malevoli, come già accaduto in passato per altre criptovalute, sistemi di scambio e portafogli digitali”. Rispetto al passato, però, i danni di uno sfruttamento cybercriminale della moneta virtuale sarebbero molto più estesi: con i suoi due miliardi di utenti, Facebook potrebbe creare un vero e proprio sistema finanziario globale, alternativo a quello delle banche tradizionali e capace di alterare le dinamiche del dollaro e dell’euro. 

 

Se criminali informatici si inserissero nel meccanismo, i danni sarebbero di inedita proporzione e ricadrebbero “su investitori, su consumatori e sulla più ampia economia mondiale”, sostengono i parlamentari. Nella lettera dunque si fa appello a Facebook affinché metta in pausa il progetto almeno finché il Congresso non abbia completato una serie di audizioni che permettano di valutare rischi e benefici e di “esplorare soluzioni legislative”.  

 

Libra non vuol essere una qualunque delle olte duemila cryptocurrency esistenti

 

Nelle intenzioni della società di Menlo Park, quelle dichiarate, Libra sarà non solo una criptovaluta ma un’opzione di pagamento alternativa alle carte prepagate classiche (specie per quegli 1,3 miliardi di abitanti del Pianeta che non sono titolari di conto in banca) e un veicolo per trasferimenti di denaro da utente a utente, via app. Whatsapp e Messenger acquisirebbero funzioni già oggi esibite da WeChat, inoltre Facebook potrebbe usare la criptovaluta per espandersi nel territorio di Amazon, quello della vendita di prodotti e servizi online. Ancora è presto per immaginare le possibili conseguenze di Libra, ma l’alleanza già stretta con partner del calibro di Visa, Mastercard, PayPal, Vodafone Group, Iliad, Uber, Lyft dà un’idea delle ambizioni del progetto. Difficilmente, dunque, l’azienda di Mark Zuckerberg alzerà bandiera bianca prima di aver lottato.

 

ARTICOLI CORRELATI