16/12/2022 di Redazione

Networking sostenibile: molto interesse, poche competenze in azienda

Un sondaggio di Juniper Networks svela che le azioni e policy per la sostenibilità delle infrastrutture di rete sono importanti per l’85% aziende. Ma la conoscenza del problema è scarsa.

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Sul tema della sostenibilità del settore tecnologico ormai non si contano le ricerche e le analisi degli addetti ai lavori, e giustamente: il tema è attuale e anche spinoso, perché le attività dell’Ict (dalla produzione hardware alla costruzione e all’operatività dei data center) sono notoriamente energivore e inquinanti. Nel campo delle reti, le aziende europee si stanno impegnando ma c’è ancora molto lavoro da fare: così emerge dallo studio “Future of Networking”, realizzato da Vanson Bourne per Juniper Networks. Su 650 decisori IT e 1200 impiegati d’azienda dell’area Emea, ben l’85% pensa che  la sostenibilità del networking e delle policy relative alle infrastrutture sia importante.

Su questo punto l’opinione dei decisori IT e degli impiegati è sostanzialmente allineata. Tuttavia, appena il 32%  degli impiegati crede che la propria organizzazione abbia una comprensione adeguata dell'impatto dei problemi legati all’IT sostenibile, quota che sale al 46% per i decisori. In Italia le percentuali sono leggermente inferiori: 29% e 41%, rispettivamente.

“Lo stacco tra leadership e dipendenti evidenziato da questa ricerca rappresenta un’importante opportunità per molti dei nostri partner e clienti che già operano con attenzione alla sostenibilità”, ha commentato Gos Hein van de Wouw, vice president of enterprise Emea di Juniper Networks.  “In realtà tutto, dalla compliance e dalle normative fino alla brand perception e all’esperienza utente, per non parlare di profittabilità e crescita, ha punti di contatto con la sostenibilità e risente dell’effetto di queste conversazioni. Le tecnologie di networking sono alla base di tutto quello che facciamo grazie alla trasformazione digitale e l’impatto ambientale che ciò ha sulle persone, i luoghi e il pianeta deve essere tenuto in considerazione”.

La buona notizia è che l’83% dei decisori IT dell’area Emea (e l’85% di quelli italiani) lavora per organizzazioni che hanno implementato o stanno implementando policy a favore di infrastrutture di rete sostenibili. E nei prossimi anni l’impegno alla trasformazione aumenterà: l’86% degli intervistati totali dell’area Emea (85% in Italia) dice di voler vedere nei prossimi due-cinque anni azioni più decise da parte delle proprie organizzazioni sul tema dell’IT e del networking sostenibile.

 

 

Juniper sottolinea che, nel percorso di sostenibilità, il ruolo delle persone è importante quanto la tecnologia. Il 60% degli intervistati sia in Emea sia in Italia ritiene che la propria organizzazione stia cercando e assumendo personale per i ruoli tecnici pensando al futuro, inclusi i ruoli e le competenze legate all’intelligenza artificiale, alla sostenibilità o alle policy Esg (environmental, social and governance). C’è dunque ancora un 40% di aziende che ignora l’importanza di queste figure specializzate o che, nei casi virtuosi, già le possiede.

“Selezionare i talenti dell’IT e della tecnologia senza tenere in considerazione la sostenibilità significa perdere un’opportunità”, prosegue van de Wouw.  “Il talento è un driver chiave non solo per perseguire gli obiettivi di limitazione delle emissioni, ma anche per allargare le prospettive del business sui temi relativi alla diversità, all’inclusione, alla trasformazione. Con il giusto mix di persone e infrastrutture di rete, le organizzazioni possono avere un impatto positivo sul pianeta, perseguendo gli obiettivi di trasformazione digitale e di una crescita sostenibile del business”.

 

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