Nutanix mette nel mirino tre tendenze tecnologiche per il prossimo futuro: le cosiddette modern application (in particolare la tecnologia dei container), l’edge computing e l’intelligenza artificiale. Durante l’ultima convention mondiale “.Next” tenutasi a Chicago in maggio, la multinazionale ha cercato di tracciare il percorso per il prossimo anno, proponendosi come leader dello sviluppo delle infrastrutture ibride multi-cloud.
“.Next” è stata l’occasione, per l’azienda, i suoi partner e i suoi clienti di fare il punto su un settore decisamente dinamico, quello delle infrastrutture, delle applicazioni e dei dati. Una macro-area che negli ultimi anni, con l’affermarsi del modello ibrido di cloud e con la necessità di utilizzare spesso più di un hyperscaler, ha reso la vita un po’ più complicata a chi sviluppa o migra applicazioni e a chi ha bisogno di separare il layer dei dati da quello delle architetture sottostanti.
Rajiv Ramaswami, presidente e Ceo di Nutanix, ha illustrato una survey commissionata dalla sua azienda, cha evidenziato come l’anno scorso il 99% dei Cio abbia dovuto spostare una o più applicazioni da un’infrastruttura a un’altra, e come l’86% pensa sia un’attività costosa e complicata. Non è un caso che tutti i nuovi annunci di Nutanix vadano nella direzione di un sempre maggior supporto alle aziende nell’implementazione del multicloud ibrido, senza abbandonare la strada già tracciata della scalabilità e della semplicità di gestione.

Rajiv Ramaswami, presidente e Ceo di Nutanix
Il primo nuovo tassello di questa strategia è Nutanix Central, disegnato per supportare su qualsiasi infrastruttura applicazioni e dati in modo consistente. La soluzione, disponibile in cloud in modalità IaaS e PaaS, è pensata per offrire una sola vista, unificata e federata, di tutte le risorse IT dell’azienda, semplificando la gestione di architetture che vanno dal cloud pubblico all’edge, passando per l’on-premise e il private cloud. In una sola console, gli utenti possono tenere sotto controllo le prestazioni di ogni componente dell’infrastruttura, anche in diversi data center e cloud pubblici.
Il secondo annuncio di rilievo è stato Project Beacon, un progetto nato con l’obiettivo di disaccoppiare dati e applicazioni, consentendo alle aziende di realizzare App in modalità PaaS ed eseguirle in qualunque ambiente. Il primo step di questo progetto vede coinvolti i servizi database, sui cui poggiano tutte le App: Nutanix Database Service, già disponibile su Nutanix Cloud Infrastructure, è ora un servizio gestito in modo nativo anche su cloud pubblico.
L’agilità e la facilità di trasporto sono abilitate anche dai nuovi Nutanix Data Services for Kubernetes, per realizzare applicazioni containerizzate, e MultiCloud Snapshot Technology, per trasportare i dati su diversi cloud, in particolare su S3 di Aws.
“Quella costruita da Nutanix è un’unica piattaforma da cui eseguire applicazioni e gestire dati”, ha detto Lee Caswell, Senior Vice President di Nutanix, “offrendo, anche grazie a Nutanix Central, una vista unica su tutte le risorse. Quella che stiamo assecondando è una rivoluzione verso le modern application, e pensiamo che le aziende non debbano farsi sfuggire questa grande opportunità di sviluppo”.

(Immagine: Nutanix)
Se la complessità degli ambienti multicloud è difficile da gestire, per Nutanix la semplificazione di questa complessità è il percorso da percorrere nei prossimi anni, spostando il focus da virtualizzazione a containerizzazione. In occasione della convention tenutasi a Chicago, Ictbusiness ha intervistato Venugopal Pai, chief evangelist and Vp customer experience di Nutanix, per capire meglio in quale direzione proseguirà l’azienda.
Nutanix sta cambiando pelle, e non è la prima volta. C’era bisogno di un’ulteriore svolta?
Guardando il percorso fatto da Nutanix negli ultimi dieci anni, si può osservare una continua evoluzione nel settore delle infrastrutture ma, da sempre, abbiamo puntato a offrire al cliente la migliore customer experience possibile. In principio questa esperienza era “incarnata” da un dispositivo iperconvergente, che permetteva di massimizzare la scalabilità e le prestazioni a un costo conveniente. In seguito gli utenti hanno preferito avere la possibilità di scegliere il proprio hardware e di cambiarlo al progredire della tecnologia, così Nutanix si è concentrata sul software. Il nostro obiettivo, coerentemente, era rendere più facile la vita ai clienti. Poi il mondo è cambiato ancora, si è passati dal software su licenza agli abbonamenti, e anche noi abbiamo seguito il cambiamento, continuando a servire sia i clienti abituati a possedere le licenze sia quelli che preferivano un canone.
E oggi in che direzione si va?
Ora il mondo va verso il multicloud ibrido e noi continuiamo ad affrontare la stessa sfida di sempre, integrando il nostro software nel cloud degli hyperscaler come Aws e Microsoft Azure. Le applicazioni, infatti, devono poter girare indifferentemente nei data center privati così come in qualsiasi cloud pubblico. Noi siamo stati bravi a interpretare questo mondo multicloud e a rompere i silos che impedivano alle imprese di uscire agevolmente verso il cloud pubblico, mantenendo allo stesso tempo un’ottima user experience anche nei data center.

Venugopal Pai, chief evangelist and Vp customer experience di Nutanix
Vede qualche cambiamento dopo l’acquisizione di Vmware da parte di Broadcom?
Con l’acquisizione di Vmware da parte di Broadcom noi abbiamo la possibilità di offrire una customer experience ancora più unica sul mercato: i clienti ora possono scegliere liberamente dove mettere le applicazioni, senza lock-in da parte di nessuno.
Le novità annunciate non sono troppo sbilanciate verso le grandi imprese?
Con le nostre soluzioni, le possibilità che hanno le grandi imprese di creare applicazioni di livello enterprise possono essere estese alle organizzazioni di ogni dimensione. Che siano sistemi da due o dieci server rack, che sia un’architettura basata ancora su hardware oppure software, tutto può essere gestito e upgradato senza la necessità di un tecnico in presenza. Per questo le nostre soluzioni sono rivolte anche alle Pmi. Di fatto, un’infrastruttura di qualche tipo ce l’hanno tutte le imprese, e noi vendiamo la possibilità di operare allo stesso modo, che i sistemi siano in cloud o in un data center, per ottenere un abbattimento del Total Cost of Ownership.
(In apertura: Immagine di rawpixel.com su Freepik)